Solo Belcanto è un festival lirico nato nel 2014 a Montisi, un paesino del senese che conta poco più di trecento anime e sede del Teatro della Grancia il quale, con i suoi sessanta posti, è uno dei più piccoli al mondo.
Una realtà quella di Solo Belcanto che ha saputo destare interesse interesse sin dalla sua prima edizione e che quest'anno si appresta ad onorare degnamente il 150° anniversario della morte di Gioachino Rossini.
Ma approfondiamo la conoscenza di questo progetto parlandone con il suo direttore artistico: Giovanni Vitali, responsabile dell'area promozione culturale dell'Opera di Firenze e commentatore di RAI Radio3 noto a tutti gli appassionati d'opera.
Come nacque l'idea e perchè proprio a Montisi con il suo piccolissimo teatro?
Tutto nasce dalla passione mia e di Silvia Mannucci Benincasa per il belcanto. Silvia è di Montisi e abita qui con la sua famiglia, da sempre legatissima alla storia del paese. Da molto tempo lei mi proponeva di organizzare qualcosa insieme in quel delizioso spazio che è il Teatro della Grancia, costruito alla fine dell’Ottocento dalla sua antenata Rosa Mannucci affinché la banda del paese avesse uno spazio dove provare e suonare. Nel maggio del 2014 ho chiamato Silvia e le ho detto: “Va bene, facciamo un Festival”. E lei: “D’accordo, quando?”. “A fine agosto”. Due settimane dopo il programma era pronto con artisti come Marina Comparato, Rosanna Savoia, Teresa Iervolino, Filippo Adami, Diana Mian, Marco Filippo Romano e Silvia Beltrami. Sarò loro sempre grato per aver accettato di partecipare a quella prima edizione. Non avevamo un euro, solo tanta passione per il belcanto. E quindi ecco trovato anche il titolo del Festival: Solo Belcanto. Ci siamo buttati a capofitto in questa avventura e, poiché io e Silvia siamo entrambi due testardi, qualcosa di buono è venuto fuori. Tanto pubblico, soprattutto straniero, e molto entusiasmo anche da parte degli artisti. Fin dall’inizio non ci siamo limitati ad un programma soltanto concertistico, ma abbiamo voluto sviluppare anche un’attività didattica rivolta ai giovani cantanti: Marina Comparato è stata la nostra prima docente, poi sono arrivati Roberto de Candia, Chris Merritt e, l’anno scorso, Maria Costanza Nocentini.
La poca capienza e di conseguenza la limitata possibilità di incasso non pare avervi condizionato nella scelta degli artisti. Qual è il segreto?
Nessun segreto. Alla base di tutto ci sono soltanto un grande amore per la musica e una professionalità sviluppata nel corso di più di trent’anni di attività in questo campo. Sulla base di questo sono riuscito a sviluppare dei rapporti di amicizia con tanti meravigliosi artisti ed è a loro che mi sono rivolto per realizzare il nostro folle progetto. Devo dire che la risposta è stata commovente: nessuno mi ha risposto di no, se qualcuno non è potuto venire è perché aveva già degli impegni. Tutti gli altri hanno aderito con uno slancio e una generosità che non dimenticherò mai. Alcuni sono già stati a Montisi, altri arriveranno nei prossimi anni. Un ringraziamento speciale va ai pianisti, in particolare a quelli presenti fin dalla prima edizione e che partecipano anche a più di un concerto nello stesso Festival: Davide Cavalli, Gianni Fabbrini, Michele D’Elia…
Quali sono le difficoltà maggiori che avete dovuto affrontare e superare dalla prima edizione sino a oggi?
Beh, ovviamente quelle finanziarie. Come ho già detto siamo partiti senza avere un euro. Subito abbiamo pensato di avviare una campagna di crowdfunding che ha dato ottimi risultati fin dalla prima edizione. Grazie agli incassi, alla generosità degli artisti e all’oculatezza di Silvia Mannucci Benincasa siamo riusciti a far quadrare i conti e a realizzare tutto quello che ci eravamo prefissati. Con il passare degli anni il crowdfunding si è incrementato: quest’anno, ad esempio, abbiamo istituito ben sei borse di studio per i giovani cantanti che parteciperanno alle master classes. Tutto ciò grazie alla generosità di alcuni mecenati come Riccardo Barone e di artisti come Jessica Pratt e Fabio Luisi, straordinari nel sostenere i talenti del futuro.
Come avete fatto a sensibilizzare e a coinvolgere artisti di fama internazionale?
Non è stato difficile: da parte loro ho trovato subito una grande disponibilità ad essere coinvolti in un progetto così particolare. Ogni concerto è caratterizzato da un tema legato a un grande cantante del passato remoto o prossimo. Questo non significa che il protagonista della serata debba essere per forza considerato un “erede” in senso stretto del dedicatario e riproporne perciò pedissequamente il repertorio: è una memoria, una suggestione, una traccia dalle quali prendere spunto per costruire insieme il programma del concerto. Così abbiamo fatto, ad esempio, con Jessica Pratt pensando a Jenny Lind. Poi, ovviamente, ad aiutarci ci sono la bellezza dei luoghi nei quali ci troviamo: la Val d’Orcia da una parte, le Crete Senesi dall’altra. Agli artisti piace trascorrere delle belle giornate estive a Montisi, immersi nella natura, nel silenzio e - di notte - nell’oscurità: qui si riescono a vedere le stelle come in nessuna grande città è possibile. A luglio dell’anno scorso Celso Albelo mi ha scritto: “Caro Giovanni, è dal primo anno che mi inviti al tuo Festival: il 19 agosto 2018 sono libero, arrivo!”. E così è nato l’omaggio ad Alfredo Kraus.
Da quest'anno alcuni eventi del Festival si terranno al Teatro degli Astrusi di Montalcino. Un primo tentativo di coinvolgere in maniera più estesa il territorio?
Fino all’anno scorso Montisi era una frazione del comune di San Giovanni d’Asso. Poi, in seguito alla fusione avvenuta durante l’inverno, si trova oggi a far parte del territorio del comune di Montalcino. Giunti alla quinta edizione del Festival, ci è sembrato giusto iniziare ad estendere le iniziative anche a Montalcino, dove esiste questo bellissimo teatro settecentesco, commissionato dall’Accademia degli Astrusi all’architetto Leonardo De Vegni, e restaurato nei primi anni Novanta. Contiamo in futuro di utilizzarlo ancora, magari organizzando qualcosa anche nel cortile della Fortezza di Montalcino, uno spazio all’aperto davvero molto suggestivo. In realtà il Festival sta espandendosi nel territorio già dall’anno scorso, quando per la prima volta abbiamo portato gli allievi della master class ad esibirsi a Castelmuzio, una piccola frazione vicino a Montisi, dove esiste uno stupendo belvedere affacciato su un panorama mozzafiato della Val d’Orcia. È una serata che ripeteremo anche nel prossimo Festival, il 20 agosto.
A tal proposito, come stanno rispondendo le istituzioni e la cittadinanza locale?
Benissimo. Il Sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli e l’Assessore alla Cultura Christian Bovini stanno seguendo con attenzione il Festival e ci hanno assicurato che il comune farà la sua parte dando il massimo sostegno possibile alle prossime edizioni. Li ringraziamo per il sostegno e attendiamo con fiducia le loro decisioni, molto importanti per lo sviluppo del progetto. La popolazione di Montisi è straordinaria, ormai Solo Belcanto è entrato a far parte della vita del paese. I dieci giorni del Festival sono vissuti in maniera intensa: dalla mattina, quando i giovani cantanti della master class iniziano a scaldare le voci nello loro abitazioni, fino alla sera, quando si tengono i concerti. Ci sono dei personaggi del paese, come Gianluca Monaci, l’oste del Barrino, che come dico sempre è un sosia di Gioachino Rossini, popolarissimi fra gli artisti: i dopofestival senza di lui non sarebbero certo così vivaci. Alessandra Canale, una bravissima decoratrice, ha realizzato a mano l’insegna Solo Belcanto sulla facciata del Teatro della Grancia. Tutti cercano di dare il loro contributo alla riuscita del Festival. D’altra parte Montisi è un paese in cui la musica è di casa. Qui ha sede la Piccola Accademia fondata da un grande artigiano costruttore di clavicembali, l’americano Bruce Kennedy, che ogni anno organizza dei corsi tenuti da maestri come Christophe Rousset e frequentati da allievi provenienti da tutto il mondo. Da quest’anno, poi, Montisi è stata prescelta dalla prestigiosa Juilliard School di New York come sede per le master classes estive del suo dipartimento di musica antica: a fine giugno sono arrivati cinque insegnanti guidati da Robert Mealy e ben venticinque studenti. Il nostro Festival, dunque, fa parte di un’attività musicale particolarmente ricca e di grande qualità.
Durante questi anni di crisi molti artisti, anche particolarmente meritevoli, piuttosto che accettare di cantare in teatri che non pagano o pagano con tempi improponibili, hanno preferito rimanere a casa loro. Sbagliamo nel notare una vostra sensibilità particolare verso questo argomento?
Le nostre scelte artistiche sono completamente autonome rispetto a quanto accade nei teatri italiani ed esteri. Non ci interessano lo star-system, le mode, i fenomeni mediatici. Chiamiamo i cantanti che riteniamo interessanti, che ci “dicono” qualcosa, che rappresentano una continuità con la grande tradizione belcantista del passato. Può capitare che alcuni di loro non siano molto presenti nei cartelloni odierni, per loro scelta o per scelta altrui; questo non significa assolutamente che non abbiano grandi doti vocali e interpretative. Come diceva lei, ci sono molti artisti particolarmente meritevoli che rimangono ai margini del sistema produttivo teatrale; è un gran peccato, perché il pubblico viene privato della possibilità di ascoltare dei grandi talenti. Ma si sa, le carriere non si fanno soltanto con la voce: ci vuole anche salute, fortuna, trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Insomma, i fattori sono molti, vari e spesso non governabili. Personalmente sono sempre andato alla ricerca di artisti che abbiano un’ottima tecnica, che sappiano suscitare delle emozioni con la voce, che siano capaci di dare un senso al rapporto fra parola e musica. Per questo, forse, sono sempre stato un grande ammiratore di Alfredo Kraus e di Sesto Bruscantini.
Altra cosa che abbiamo notato con piacere è l'attenzione verso i giovani promettenti...
Questo è un obiettivo che ci siamo prefissi fin dalla prima edizione: valorizzare i giovani talenti, dare loro la possibilità di perfezionarsi con buoni maestri e, soprattutto, quando lo meritano, portarli ad esibirsi accanto ai grandi cantanti. Quest’anno, ad esempio, accadrà al soprano Eleonora Bellocci, che canterà insieme a Celso Albelo. Eleonora ha partecipato due anni fa alla prima master class di Chris Merritt, poi ha iniziato una brillante carriera perché è un talento davvero eccezionale. Adesso è al Festival Rossini in Wildbad dove sarà Fanny nella Cambiale di matrimonio e Teti nelle Nozze di Teti e Peleo. Non lo nascondo, un giorno mi piacerebbe sentirle dire: “Tra i luoghi dove ho iniziato c’è anche Montisi”. So che lo farà. Proprio per sviluppare questo impegno del Festival a favore dei giovani, abbiamo deciso di raddoppiare le master classes affiancando al tradizionale corso di tecnica vocale, che sarà tenuto quest’anno da Chris Merritt con la collaborazione della pianista Ulla Casalini, uno di interpretazione. Lo abbiamo affidato al nostro nuovo Direttore musicale, Nicola Paszkowski, che lavorerà insieme al pianista Davide Cavalli: entrambi sono dei collaboratori molto stretti di Riccardo Muti. Infatti vogliamo dare una continuità alla tradizione della scuola operistica italiana che si sta, purtroppo, perdendo, basta ascoltare le difficoltà che hanno i giovani cantanti nell’affrontare i recitativi. È importantissimo far comprendere loro quanto sia fondamentale mettere la parola in rapporto alla musica e non trascurare mai le indicazioni dei compositori. Sembrano suggerimenti banali, scontati, ma non lo sono perché raramente - oggi - vengono seguiti. Abbiamo ricevuto più di 80 domande di partecipazione: un record. Sono stati scelti 12 allievi effettivi provenienti da Italia, Armenia, Spagna, Stati Uniti, Messico, Russia, Romania: 9 soprani, 2 baritoni e 1 tenore. Ci sono voci bellissime.
Quest'anno fra i grandi nomi presenti a Solo Belcanto notiamo il ritorno di Chris Merritt. Dietro questo grande nome si nasconde un po' di vostra nostalgia per i bei tempi che furono?
Chi ha vissuto la belcanto-renaissance non può certamente dimenticare quelle serate esaltanti, però penso che l’atteggiamento del laudator temporis acti non serva a nulla: il mondo va avanti, chi fu protagonista di quelle serate o non c’è più o ha smesso di cantare, quindi non possiamo far altro che lavorare con i belcantisti del presente - e ve ne sono di eccellenti - per formare quelli del futuro. Chris Merritt è al suo secondo Festival Solo Belcanto perché è un grande insegnante, uno dei migliori che abbia incontrato, capace di far compiere progressi evidenti a un allievo o a un’allieva nel giro di mezz’ora. E non è facile, mi creda. I ragazzi lo adorano per il suo carattere: lui è sempre sorridente, positivo, incoraggiante. Questo non significa che non sia meticoloso ed esigente; lo è, mai però in maniera aggressiva o arrogante. Sono molto contento che sia di nuovo con noi a Montisi.
Gli eventi di Solo Belcanto si terranno dal 17 al 25 agosto tra Montisi e Montalcino; un periodo del calendario che conta molte offerte musicali in Italia e all'estero. Non avete pensato che potrebbe essere interessante ravvivare il vostro territorio in un periodo meno frequentato? Oppure aggiungendo un Solo Belcanto edizione di Pasqua…
Negli ultimi due week-end di agosto i grandi festival italiani o si sono già conclusi, o si avviano al termine. Gli appassionati possono mettere in agenda Martina Franca, poi risalire a Pesaro e quindi finire il tour a Montisi e Montalcino! Scherzo, ovviamente: non abbiamo certo la presunzione di misurarci con questi straordinari festival. Però, insomma, la scansione temporale potrebbe anche essere questa. D’altra parte questo è un periodo in cui tanti stranieri sono ancora presenti in Toscana e quindi abbiamo pensato che finire le vacanze all’insegna della buona musica potesse essere un’idea carina. Insieme all’amministrazione comunale di Montalcino stiamo esaminando l’idea di organizzare qualcosa anche al di fuori del periodo estivo. Vediamo… Quanto a un Solo Belcanto di Pasqua, via, mettersi a fare la concorrenza anche a Salisburgo non mi sembra proprio il caso!
Obiettivi per il futuro?
In tanti mi chiedono: “Quando produrrete un’opera?”. Non lo so. Ci piacerebbe molto, inutile nasconderlo; ne stiamo parlando da mesi con Nicola Paszkowski. Vedremo, devono verificarsi alcune condizioni favorevoli. Certo, con la quinta edizione ci rendiamo perfettamente conto di essere giunti a un momento “nodale”. Non vogliamo, però, che il Festival cambi lo spirito con cui è nato: stare insieme fra amici, fare musica, divertirsi, emozionarsi.
Per quale ragione gli amici di OperaClick dovrebbero venire al Festival Solo Belcanto?
Negli anni Settanta, in Maremma, a Batignano, Adam Pollock fondò “Musica nel Chiostro”, un festival bellissimo dove debuttò un giovanissimo regista inglese: Graham Vick. Noi vorremmo che a Montisi rivivesse lo spirito di un Festival come quello creato da Pollock. Pochi mezzi, tante idee. Si deve venire a Solo Belcanto per ascoltare della bella musica, eseguita da grandi interpreti, in una dimensione quasi salottiera come quella offerta dai Teatri della Grancia o degli Astrusi, e quindi instaurare un rapporto molto stretto con gli artisti, ritrovarli nei dopofestival, parlare con loro, conoscerli meglio. E poi perché si possono scoprire dei giovani cantanti che tra qualche anno, ci auguriamo, saranno applauditi nei grandi teatri del mondo. Infine perché qui, oltre alla bellezza del paesaggio, c’è un contesto enogastronomico straordinario: si può bere il Brunello di Montalcino, gustare l’olio di Montisi ed assaggiare i tartufi di San Giovanni d’Asso.
Quali sono le soddisfazioni maggiori dell'essere riusciti a far crescere una così bella realtà culturale?
Sa che non so rispondere? Questo Festival ci sta dando così tanto da un punto di vista artistico e umano che ho difficoltà ad evidenziare alcune cose rispetto ad altre.
Ha qualche sassolino nella scarpa?
Passeggiando in campagna può capitare: basta togliersi le scarpe ed eliminarli. Semplice. Scherzi a parte, no.
In bocca al lupo.
Crepi? Viva? Fate voi!
di Danilo Boaretto