L'histoire du soldat | |
Musicattore | Luigi Maio |
Mozart e Salieri | |
Mozart | David Esteban |
Salieri | Gianfranco Montresor |
Direttore | Oleg Caetani |
I Virtuosi Italiani |
Nel vivo del cartellone di Mozart a Verona, il primato del salisburghese viene insidiato e adombrato dalla presenza del presunto rivale: dopotutto, come si può non celebrare il bicentenario dalla morte del legnaghese Antonio Salieri (1825-2025) nella provincia che gli ha dato i natali? Molte delle iniziative della rassegna di quest'anno guardano infatti al confronto tra i compositori, non solo proponendo brani dei due nella stessa serata, ma anche rifacendosi al mito nato dalla penna di Aleksandr Puškin dell'avvelenamento dell'austriaco da parte dell'invidioso italiano. Precedendo di un giorno la proiezione del celeberrimo film Amadeus al Teatro Filarmonico, al Teatro Ristori va in scena l'atto unico Mozart e Salieri di Nikolaj Rimskij-Korsakov, in prima esecuzione assoluta a Verona.
L'esecuzione dell'opera viene preceduta da un altro brano, l'Histoire du soldat di Igor' Stravinskij. Un dittico dai tratti potenzialmente programmatici non solo per la stessa nazionalità degli autori (com'è noto, Stravinskij fu allievo di Rimskij-Korsakov), ma a conti fatti l'abbinamento risulta un po' superficiale, senza un vero e proprio fil rouge che leghi le due parti: la vivacità mefistofelica dell'Histoire du soldat viene smorzata dalla riflessione escatologica di Mozart e Salieri.
Nella prima parte, inoltre, si avverte un distacco tra la parte musicale e quella recitata: Luigi Maio, navigato e appassionato interprete dell'opera di Stravinskij già recensito su queste pagine da Barbara Catellani quasi dieci anni fa a Genova, emerge con forza sull'ensemble musicale de I Virtuosi Italiani, i quali seguono sì diligentemente le indicazioni del direttore Oleg Caetani, ma si rivelano attori un po' spaesati nel dialogare con l'attore (ma si sa, è difficile eseguire un'Histoire du soldat in cui la recitazione non prevalga sull'orchestrazione, e viceversa).
Dopo una breve pausa tecnica, l'approccio all'atto unico di Rimskij-Korsakov (eseguito in traduzione italiana) non può che essere una lettura giustamente meditabonda, riflessiva, oscillante tra la spensieratezza di Mozat e il rancore di Salieri. Nel ruolo del compositore italiano, cantato per la prima volta da Fëdor Šaljapin, Gianfranco Montresor spicca per la robustezza del timbro vocale, serioso e imperioso al punto giusto, cui si contrappone la sapida frivolezza del Mozart di David Esteban.
Pubblico abbastanza numeroso e prodigo di applausi verso tutti gli interpreti principali. Caetani, a fine spettacolo, lancia un'accorata arringa difensiva nei confronti del bistrattato Salieri, raccontando qualche aneddoto sulla vita di Mozart e asserendo inoltre la vera causa della sua morte sia da ricercare nella sua affiliazione alla Massoneria, di cui "aveva rivelato dei segreti" e per questo doveva essere messo a tacere. Che sia vera o meno questa teoria, ciò testimonia quanto l'eterno contrasto tra Mozart e Salieri continui ad affascinare e incuriosire ancora oggi.
La recensione si riferisce alla recita di venerdì 17 gennaio 2025.
Martino Pinali