Direttore | Marc Minkowski |
Les Musiciens du Louvre | |
Programma | |
Wolfgang Amadeus Mozart |
Sinfonia in mi bemolle maggiore n. 39 KV 543
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Sinfonia in sol minore n. 40 KV 440
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Sinfonia in do maggiore n. 41 “Jupiter” KV 441 |
Di anno in anno, le proposte culturali del festival Mozart a Verona si fanno sempre più numerose e di ottima qualità. Uno degli appuntamenti di punta della sesta edizione è il debutto al Teatro Filarmonico di Marc Minkowski alla guida de Les Musiciens du Louvre, con un concerto dedicato alle ultime tre sinfonie del genio salisburghese, tutte composte a cavallo dell'estate del 1788: la n. 39, la n. 40 (eseguita però nella versione più aggiornata del 1791) e la n. 41 conosciuta anche come "Jupiter".
Il direttore parigino, nella presentazione di ciascun brano, rilegge le tre partiture in chiave "elementale": a ognuna delle sinfonie associa uno degli elementi della tradizione pitagorica, la 39 all'Acqua, la 40 al Fuoco e la 41 alla Terra (manca all'appello solo l'Aria che potrebbe adattarsi bene al bis eseguito a fine concerto, benché non mozartiano). Un approccio quindi dal sapore filosofico, quasi massonico (il Fuoco e l'Acqua corrispondono alle prime due prove che Tamino e Pamina affrontano nel loro viaggio iniziatico in Die Zauberflöte, mentre la Terra e l'Aria vengono superate nel "sequel" Das Labyrinth di Peter von Winter su libretto dello stesso Emanuel Schikaneder) ma che, a conti fatti, si rivela convincente e molto apprezzato dal pubblico.
Le tre sinfonie diventano un vero e proprio poema sinfonico unitario: Minkowski e i "suoi" Musiciens du Louvre fanno ora lambire la superficie dell'acqua che si increspa e si infrange in onde sempre più alte, ora imitano il crepitio del fuoco nel celeberrimo incipit della Sinfonia 40, ora rievocano le scosse telluriche e la maestosità delle cime delle montagne nella Jupiter. L'intero concerto è ben lungi da essere un'esecuzione metronomica condotta con rigorosa acribia, è bensì un crescendo di intensità emotiva e bravura tecnica: rimarchevole, senza nessuna distinzione, la prova offerta da ciascuna sezione dell'ensemble, solerte e attenta a seguire le indicazioni del direttore.
Pubblico numeroso e ampiamente soddisfatto: i suoi applausi, sempre più calorosi al termine di ogni singolo brano, vengono ripagati ed esauditi con un gustoso "extra", l'Entrée de Polymnie da Les Boréades di Rameau, il "Mozart parigino" come affermato con orgoglio dallo stesso Minkowski.
La recensione si riferisce al concerto di lunedì 13 gennaio 2025.
Martino Pinali