Aperitivo Classico |
al DoubleTree by Hilton |
Duo Pelaschiar - Zuliani |
Ettore Pelaschiar - clarinetto |
Max Zuliani - pianoforte |
Francis Poulenc |
Sonata per clarinetto e pianoforte |
Bohuslav Martinů |
Sonatina per clarinetto e pianoforte H.356 |
Malcolm Arnold |
Sonatina per clarinetto e pianoforte |
I Concerti Aperitivo organizzati dall’Associazione Chamber Music sono sempre un’occasione speciale, non solo per i programmi e per i luoghi proposti, scelti sempre con grande cura: grazie all’invidiabile determinazione di Fedra Florit, suo vulcanico ed esperto direttore artistico, essi provocano infatti il duplice effetto benefico di far conoscere giovani e giovanissimi interpreti talentuosi a un pubblico musicalmente maturo e competente, dando loro la possibilità di fare esperienza esecutiva in un ambiente accogliente dal punto di vista soprattutto umano.
L’occasione di trovarsi per quattro domeniche di seguito, al mattino, con organici sempre diversi nella nuova ambientazione della Sala Berlam del DoubleTree by Hilton Trieste, è stata particolarmente piacevole e appassionante; i ritmi serrati hanno favorito per i numerosi habitué la creazione comune di una consuetudine e la naturale familiarità con uno spazio acustico ed estetico di indubbio pregio.
Protagonista di questo penultimo appuntamento è stato l’apprezzatissimo e brillante Duo Pelaschiar - Zuliani (Ettore Pelaschiar, clarinetto e Max Zuliani, pianoforte), nati entrambi nel 1998, con un programma novecentesco di grande interesse, da loro stessi presentato in apertura. Gravitante di fatto intorno all’esperienza francese del Gruppo dei Sei e costruito andando a ritroso nel tempo, si è dimostrato fonte di suggestioni affascinanti e ben calibrate.
L’apertura è stata opportunamente data dalla splendida Sonata per clarinetto e pianoforte di Francis Poulenc, composta nel 1962 pochi mesi prima della morte, la cui prima esecuzione postuma ebbe per grandissimi interpreti Benny Goodman (commissionario dell’opera) al clarinetto e Leonard Bernstein al pianoforte.
L’alternanza tra i toni splendenti e nervosi del primo tema e il lirismo intenso e dolente del secondo nell’Allegro tristemente si è sciolta nella dolcezza equilibrata, accogliente e cullante della Romanza per riprendere con maggior articolazione e complessità nel luminoso Allegro con fuoco conclusivo; fin da subito è stata evidente la bella intesa tra gli interpreti, caratterizzata, tra l’altro, dal fluido sostegno dato da Max Zuliani alla versatilità sonora del clarinetto di Ettore Pelaschiar.
La Sonatina per clarinetto e pianoforte H.356 fu scritta nel 1956 dal musicista ceco Bohuslav Martinů, frequentatore del Gruppo dei Sei durante il soggiorno a Parigi. In essa appaiono con chiarezza suggestioni provenienti da mondi e latitudini anche distanti, in un rapsodico peregrinare di rapidi passaggi dialoganti fra loro. Dal primo movimento, Moderato, si è passati all’inesorabile lentezza dell’Andante, preludio a un canto struggente e profondo, capace di toccare corde molto intime; il Poco Allegro finale porta una leggerezza mai troppo briosa, e i toni dell’inizio si mantengono sullo sfondo nei colori e nei dettagli virtuosistici, resi con chiarezza dagli interpreti.
Quanto ascoltato fino a questo momento riecheggia in modo originale nella Sonatina per clarinetto e pianoforte di Malcolm Arnold, composta nel 1951, quasi dando vita a evidenziazioni a posteriori, come per suggellare e ribadire i tanti spunti ascoltati in una costante contaminazione: i bei contrasti, gli elementi popolari, gli echi jazzistici e di nuovo l’alternanza di espressività nitide e struggenti, levità e decisione, cenni impressionistici resi più terreni e atmosfere che si incupiscono, ma solo per un attimo.
Molto apprezzati i bis, aperti con una pagina di Witold Roman Lutosławski e conclusi in una graditissima riproposizione della Romanza dalla Sonata di Francis Poulenc.
La recensione si riferisce al concerto del 4 ottobre 2020.
Paola Pini