Direttore | Vladimir Jurovskij |
Violinista | Augustin Hadelich |
Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin | |
Programma | |
Giacomo Puccini | Capriccio sinfonico (1883) |
Felix Mendelssohn-Bartholdy | Concerto in mi minore op. 64 per violino e orchestra |
Johannes Brahms | Sinfonia n. 1 op. 68 |
Le celebrazioni di Puccini100 volte a commemorare il centenario dalla morte di Giacomo Puccini proseguono (dopo che Daniele Gatti ha diretto la Staatskapelle Dresden: inutile dire che non abbiamo potuto seguire il concerto essendo quella sera a Pisa per Anima Mundi) con un'altra orchestra ospite e con un direttore di assoluto rilievo come Vladimir Jurovskij, nato a Mosca nel 1972 e la cui carriera internazionale, ormai quasi trentennale, lo ha portato ad essere uno dei direttori maggiormente richiesti ed apprezzati.
Spiace dover rilevare che anche stavolta le musiche di Puccini fanno la parte della Cenerentola e quasi da riempitivo, viene infatti eseguita solo una composizione del Lucchese, il Capriccio sinfonico (durata: poco più di dieci minuti) scritto nel 1883. Per il resto del programma (pur con le attenuanti che si tratta di una breve tournée della Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin in Italia e Svizzera con programmi quasi identici sera dopo sera), abbiamo una locandina abbastanza scontata con brani che si possono sentire sempre e dovunque, non legati alla ricorrenza del centenario. Forse si sarebbe potuto rovistare fra le pagine sinfoniche di Puccini e fare per metà della serata una antologia di pezzi per sola orchestra, cosa che avrebbe certamente giovato a rinfoltire la presenza del pubblico, nell'occasione davvero molto scarso.
Forse mai avevamo sentito il Capriccio sinfonico di Puccini “spremuto” (e che pulizia di suono!) in tutta la sua essenza di brano sinfonico ”maturo” come in questa lettura di Vladimir Jurovskij: è noto invece che si tratta di un'opera giovanile poco “pucciniana” quanto si vuole, ma molto attenta alle tendenze dei compositori suoi contemporanei. Pur non essendo ancora il musicista che tutti conosciamo (e sarebbe ingeneroso chiedergli di esserlo, a poco più di vent'anni), Puccini successivamente ne utilizzò spunti per alcuni passi di Edgar e di Bohème.
Caratteristiche di pulizia di suono, e soprattutto di slancio e tensione, si ritrovano nella bellissima lettura di Jurovskij della Sinfonia n. 1 di Johannes Brahms (che ha sostituito le previste Variazioni su un tema di Haydn): i tempi adottati sono abbastanza snelli, la precisione e le trasparenze strumentali fanno da padrone, è tutto un fluire continuo di note e di emozioni con acme espressivo nel secondo tempo. Inutile dire che la Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin lo asseconda in maniera straordinaria, dando esemplare rilievo al precisissimo gesto del direttore.
L'esecuzione del Concerto in mi minore di Felix Mendelssohn-Bartholdy mette in luce la bella prestazione dell'ancor abbastanza giovane solista Augustin Hadelich (nato a Cecina da genitori tedeschi), in possesso di una grande tecnica mai sterilmente esibita ma ricondotta all'essenza ed alla poesia della mirabile pagina mendelssohniana. È piuttosto difficile giudicare un violinista da un'esecuzione all'aperto, ma ci è sembrato che il lirismo nei passi più distesi sia la cifra fondamentale di Hadelich, che ha un suono sempre molto pulito, usa un bellissimo strumento (purtroppo non è indicato nel programma di sala di quale strumento si tratti, ma ci è parso notevole), ha un'ottima intonazione e sembra voler raccogliere ogni spunto, anche minimo, offertogli dall'accompagnamento assolutamente esemplare del direttore. Ci teniamo a ribadire che Jurovskij nell'accompagnarlo ha creato un piccolo capolavoro di suggerimenti e di precisione.
La Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin si è ottimamente comportata sia nel suo insieme sia nelle prime parti strumentali: si nota il lavoro assai proficuo fatto con Jurovskij, che è suo Direttore principale oltre che Direttore artistico, che l'ha portata negli anni ad essere una splendida realtà nel mondo musicale ad altissimi livelli. Il successo à stato molto caloroso per tutti, con un fuori-programma del violinista ed uno brahmsiano dell'orchestra.
La recensione si riferisce al concerto dell'11 settembre 2024.
Fabio Bardelli