Soprano | Barbara Frittoli |
Mezzosoprano | Luciana D’intino |
Tenore | Vincenzo La Scola |
Basso | Carlo Colombara |
Orchestra e Coro |
|
Del |
|
Maggio Musicale Fiorentino |
|
Direttore Zubin Metha |
Il Festival: "Anima Mundi" è una manifestazione che è giunta alla sua terza edizione con un successo sempre crescente. Il Festival si prefigge di portare alla ribalta alcuni dei complessi più importanti nel panorama mondiale per “fare musica sacra”. Quest’anno la rassegna ha presentato, tra gli altri,Leopold Hager con l’Orchestra e coro del Mozarteum di Salisburgo e Nikolaus Harnoncourt con l’orchestra del Concentus Music Wien,oltre a Zubin Metha con l’orchestra e il coro del Maggio Musicale Fiorentino. Questo per citare i nomi più conosciuti.
Il Luogo: “Anima Mundi” si svolge in uno dei posti che non esito a definire tra i più belli in Italia (e forse nel mondo): Pisa, il Duomo, Piazza dei Miracoli.
Una serata limpida, fredda e ventosa ha regalato un cielo da sogno ai fortunati che sono giunti in Piazza dei Miracoli al crepuscolo di ieri. Il prato verde smeraldo, il cielo blu cupo come sfondo al Duomo, al Battistero, al Campanile e alla sagoma severa del Camposanto: bianchissimi nella notte.
Il Duomo all’interno non perdeva nulla del suo solenne misticismo, pur con il brusio di un pubblico attento e vario; pur con il suono degli strumenti che si accordavano. Pubblico attento a vario ho detto: Pisa è città universitaria, quindi moltissimi giovani,concentrati e severi critici. Zaini e borsette da sera, trecce rasta e teste fresche di parrucchiere, jeans e abiti da sera. Chi ha diciott'anni e chi ne ha ottanta, tutti qui per un terremoto.
Il Terremoto: La chiesa come struttura architettonica forse non è il luogo ideale per ascoltare il Requiem; l’acustica è solitamente più ridondante di quella di un teatro. Ma voglio immaginare che Verdi, mentre componeva il suo Requiem, abbia pensato a luoghi come questo. L’inizio lento avvolge le navate, la musica sale alta, “Te decet hymnus”…il coro si propone. Ecco che i quattro solisti si presentano nel “Kyrie”.
Siamo preparati alla scossa del "Dies irae". Lo sappiamo che ci saranno quattro terribili accordi di tutta l’orchestra, tesi e esasperati. Sappiamo tutto. Ma non ci aspettiamo che il Duomo venga sconvolto dall’imponenza, dall’apocalittica maestosità di questa musica. Sono annichilita e commossa. Il Cristo benedicente che severo ci guarda dal grande mosaico sull’abside mi sconvolge ancora di più. Siamo nel Medio Evo o fuori è il 2003? Verdi ha scritto un Requiem potente per gli “uomini vivi”. La paura e la speranza, sentimenti terreni, prevalgono sul misticismo. Il terremoto è qui.
Il Maestro: Zubin Metha quando ha tra le mani l’orchestra del Maggio Musicale è come se avesse tra le braccia una donna amata, forse non è la più bella, ma lui riesce a farla diventare meravigliosa con la forza dell’amore; e l’orchestra del Maggio ci pare che ricambi in pieno l’amore del maestro. Un feeling che si percepisce benissimo, uno scambio emotivo tra questo passionale e appassionato indiano e l’orchestra della città ( forse ) più cosmopolita e snob del mondo. Il settore dei fiati è stato particolarmente brillante, assieme ai timpani: sempre imponenti ma mai prevaricatori. Le trombe leggere e spavalde che annunciano il “Sanctus”: da non dimenticare mai questo suono limpido che echeggia sotto le volte del Duomo. Il pregio di Zubin è stato di riuscire a mantenere assolutamente equilibrate le varie parti orchestrali in una partitura che così facilmente, in luoghi come questo, potrebbe sbilanciarsi. Il tremendo scoppio dei “giorni dell’ira” è stato perfetto e nel caotico ordine della musica ogni singolo strumento è stato percepibile.
I Cantanti: Luciana D’Intino. Per me la protagonista assoluta della serata; potente e bellissima la voce scura, perfettamente controllata nel “Recordare”; grande l'attenzione nell'usare questa potenza e questo timbro bruno in modo tale da non prevaricare l'ottima Barbara Frittoli. Le due donne si sono amalgamate alla perfezione, il suono dolce del soprano che lega armoniosamente con la cupezza di colori del mezzosoprano. Poi Vincenzo La Scola: un "Ingemisco" bellissimo dalle bellissime mezzevoci. I suoi pianissimo e le smorzature hanno fatto emozionare. Carlo Colombara colpisce per il timbro appassionato, inquietante nel “Lux Aeterna “ con i suoi cupi e reiterati “requiem aeternam dona eis Domine” che contrastano la potenza repressa dell’orchestra. Il terremoto nell’anima.
Il Coro: Il coro del Maggio Musicale è una bellissima realtà, già da tempo, e il coro è stato protagonista .Un protagonista che divide la scena con i solisti, un protagonista che dà il meglio di se nel bellissimo doppio coro del “Sanctus”. Un protagonista che non eccede mai, ottimo nei pianissimi, terrificante negli scoppi d’ira del "Dies Irae".
Il Gossip: Il Duomo è lunghissimo, non è un teatro né una sala da concerto. Dal mio posto, verso la metà della navata, vedo pochissimo, scorgo appena il mio amato Indiano che dirige.Ma mi basta. Alla fine voglio andargli vicino, voglio vedere il suo sorriso soddisfatto e felice. Le signore si accapigliano, corrono verso l’orchestra; mi dico che non sono sola ad amarlo, peccato.
Ma non correvano per lui: una bella donna mi passa accanto frettolosa e dice “Andiamo… andiamo che sennò va via …”. In prima fila c’era colui che se tornasse la Monarchia in Italia (?) sarebbe il Principe Ereditario. Indispettita mando un silenzioso bacio al mio Maestro e torno nei ranghi.
(Ma gli piacerà la musica a quel tizio?).
Marilisa Lazzari