Rigoletto | Giuseppe Altomare |
Duca di Mantova | Paride Cataldo |
Gilda | Bianca Tognocchi |
Sparafucile | Mattia Denti |
Maddalena | Victória Pitts |
Giovanna/La Contessa di Ceprano | Lara Rotili |
Monterone | Baopeng Wang |
Marullo | Lorenzo Liberali |
Matteo Borsa | Raffaele Feo |
Ceprano | Graziano Dellavalle |
Paggio | Federica Cassetti |
Usciere di corte | Marco Tomasoni |
Direttore | Alessandro D'Agostini |
Regia | Matteo Marziano Graziano |
Scene | Francesca Sgariboldi |
Costumi | Laurent Pellissier |
Luci | Cristian Zucaro |
Assistente alla regia | Massimo Marani |
Maestro del Coro | Diego Maccagnola |
Orchestra I Pomeriggi Musicali | |
Coro OperaLombardia |
Che Rigoletto sia un personaggio davvero complesso è cosa più o meno nota a chiunque conosca un poco quest’opera verdiana, all’interno della quale ogni personaggio ha i propri segreti. Costretto a sfruttare la propria disabilità per sopravvivere, riducendo se stesso a poco più che uno zimbello per la corte, egli elabora un sentimento di profonda vergogna di sé che a sua volta sarà generatore di uno smodato e incontenibile desiderio di vendetta. Egli dunque è un “vinto dalla storia” per dirla con Manzoni, uno che, nonostante abbia tentato di contrastare il fato, non è destinato a sfuggirgli.
Il regista Matteo Marziano Graziano, da quest’anno direttore di prova e assistente di regia presso la Deutsche Oper di Berlino, nella sua lettura dell’opera incentra l’attenzione su quella società moralmente guasta che traspare dalle vicende narrate e che le ingenera; un mondo in cui favoritismi, corruzione, disprezzo della donna e mancanza di compassione verso le diversità dei corpi la fanno da padrone.
Ecco che Rigoletto strattona con forza Giovanna, la quale fatica a camminare a causa di un tutore alla gamba, oppure anche il Conte di Ceprano che, costretto su una sedia a rotelle, è al contempo artefice e vittima delle beffe tramate dalla corte.
Il tema centrale individuato dal regista è quello della “spaccatura”, quell’insieme di crepe che minano la stabilità di ogni società, molte delle quali sono ancora oggi sotto i nostri occhi. Un’opera di denuncia quindi, che vuole al contempo essere stimolo per una rinascita.
Gli elementi scenografici progettati da Francesca Sgariboldi, che richiamano in vario modo strutture architettoniche stilizzate e variamente trasparenti, giocano anch’essi sulle linee spezzate; i costumi di Laurent Pellissier, realizzati con elementi di riciclo, la tecnica del patchwork e il boro-boro giapponese, vorrebbero, senza però riuscirci appieno a nostro parere, separare nettamente l’opulento mondo della corte da quello, dominato dal dramma, del protagonista.
Ne risulta un quadro di fondo non sgradevole, nel quale però le scene di massa risultano in parte caotiche e molte delle simbologie variamente sottese all’azione non riescono a essere trasmesse in maniera immediata al pubblico.
Convince la bacchetta di Alessandro D’Agostini per la tensione drammatica che riesce ad imprimere alla partitura, sottolineandone particolarmente le tinte fosche, come già ben si vede nell’incontro notturno con Sparafucile fino all’esaurirsi della tragedia nel terzo atto. Giustamente variegate appaiono le agogiche, sempre rispettose del dettato verdiano.
Nel ruolo eponimo Giuseppe Altomare ci offre un Rigoletto espressivo, tormentato dal suo dramma interiore e dai giusti accenti, il quale cerca sempre di offrire un canto che faccia del legato un punto di forza, senza troppo insistere sul declamato, Paride Cataldo è un duca di Mantova dalla voce ampia ed omogenea in tutti i registri che, dopo qualche titubanza iniziale, dà il meglio di sé rivelando un’ottima capacità di fraseggio e una buona potenza del mezzo.
Voce pulita e buona capacità interpretativa per Bianca Tognocchi che veste i panni di una Gilda che non teme la salita in acuto; ella sa distillare gli abbellimenti con arguzia, misura e facilità, evidenziando una linea di canto sempre sicura. Ottimo lo Sparafucile di Mattia Denti che mostra già nel duetto col protagonista tutte le sue potenzialità; voce corposa e giusta dose di languore e sensualità per la Maddalena di Victória Pitts.
Adeguati i comprimari: Lara Rotili (Giovanna/Contessa di Ceprano); Baopeng Wang (il Conte di Monterone); Lorenzo Liberali (Marullo); Raffaele Feo (Matteo Borsa); Graziano Dellavalle (Il Conte di Ceprano); Federica Cassetti (Paggio della Duchessa); Marco Tomasoni (Usciere di corte). Buona la prova del Coro di OperaLombardia come sempre ben preparato da Diego Maccagnola.
Sul finale molte ovazioni per tutti.
La recensione si riferisce alla prima del 22 novembre 2024.
Simone Manfredini