STABAT MATER | |
soprano | Mariam Battistelli |
mezzosoprano | Aurora Faggioli |
direttore d'orchestra | Matteo Beltrami |
regia | Renato Bonajuto |
coreografie | Giuliano De Luca |
luci | Ivan Pastrovicchio |
impianto scenico e costumi | Danilo Coppola |
danzatori | Francesco Alfieri, Rocco Ascia, Alice Bellora, Emanuele Cappelli, Arianna Lenti, Alessio Urzetta |
Antiche Arie e Danze per Liuto”, Suite No. 3 | |
direttore | Tommaso Perissinotto |
L’esecuzione dello Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi a cui abbiamo assistito domenica pomeriggio a Novara all’Arengo del Broletto, composizione sacra con cui il Teatro Coccia di Novara ha aperto ufficialmente la stagione 2020-2021, potremmo sintetizzarla come un’autentica ed elettrizzante orgia di beltà e magnificenza. Un’ora, tanto è durata la rappresentazione - compreso le “Antiche Arie e Danze per Liuto”, Suite No.3 di Ottorino Respighi che hanno anticipato lo Stabat Mater - in cui i fortunati spettatori si sono ritrovati immersi in una sorta di limbo emozionale costituito dal fluire costante di musica sublime del compositore jesino che si intrecciava e fondeva alla visione di autentici tableaux vivants che si materializzavano sul fondo della sala dietro all’orchestra.
Davvero geniale e splendidamente realizzata l’idea registica di Renato Bonajuto il quale, da grande appassionato di pittura Rinascimentale e Barocca si è ispirato, nella creazione del percorso che ha accompagnato i numeri musicali, ad alcuni capolavori dei grandi Maestri del Seicento lombardo, alcuni di essi attivi nel novarese, ad esempio: Daniele Crespi, Gian Battista Crespi detto il Cerano, Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, Tanzio da Varallo, Giulio Cesare Procaccini, Franscesco Cairo, Carlo Ceresa e Carlo Francesco Nuvolone. Con movimenti armoniosi (dettati dal coreografo Giuliano De Luca) i bravi danzatori coinvolti (Francesco Alfieri, Rocco Ascia, Alice Bellora, Emanuele Cappelli, Arianna Lenti, Alessio Urzetta) hanno ricreato il lavoro svolto nelle botteghe dei grandi pittori, assumendo con grande precisione le posizioni ritratte nei dipinti. Le luci di Ivan Pastrovicchio hanno contribuito positivamente all’ottima resa delle immagini.
Magnifica la direzione di Matteo Beltrami assecondata dalla splendida orchestra d’archi I Virtuosi Italiani. Il direttore naturalizzato milanese ha saputo estrarre dalla partitura pergolesiana tutto il misticismo e il dolore di cui è intrisa (si racconta che Giovan Battista Draghi detto Pergolesi compose lo Stabat Mater quando, in letto di morte, stava combattendo contro la tubercolosi che l’avrebbe strappato alla vita a soli 26 anni) sfruttando appieno i contrasti tra i toni caldi dei violoncelli e i contrabbassi con quelli più aspri dei violini. Intense e palpitanti le dinamiche e perfetto l’accompagnamento teso a sottolineare il forte pathos presente nel testo cantato.
Da sottolineare le pregevoli esecuzioni del soprano Mariam Battistelli e del mezzosoprano Aurora Faggioli: la prima dotata di voce flessibile e ben proiettata, ci ha colpito soprattutto per l’apparente naturalezza dell’emissione - cosa sempre più rara oggigiorno - e la seconda per la musicalità affiancata ad una voce di bel timbro e sonora su tutta la gamma.
Noi siamo stati testimoni della penultima esecuzione delle sette realizzate - due al giorno ad eccezione della prima di giovedì 22 ottobre - che hanno visto alternarsi altre due valide cantanti: il mezzosoprano Sofio Janelidze e il soprano Ksenia Bomarsi. Nell’ambito di queste date sono saliti sul podio, vivendo un’importante esperienza, anche alcuni allievi del corso di direzione d’orchestra Accademia dei Mestieri dell’Opera AMO presieduta da Matteo Beltrami.
Proprio uno di questi giovani direttori, Tommaso Perissinotto, ha diretto in maniera convincente le “Antiche Arie e Danze per Liuto”, Suite N.3 di Ottorino Respighi che hanno anticipato l’esecuzione dello Stabat Mater.
Assolutamente perfetta l’acustica del salone dell’Arengo del Broletto - a livelli da sala d’incisione - soprattutto per esecuzioni che richiedono compagini orchestrali di questa dimensione.
Prima dell’inizio delle esecuzioni il direttore del Teatro Coccia di Novara, Corinne Baroni, ha espresso al pubblico in sala la decisione da parte dell’istituzione che rappresenta di proseguire con le prove necessarie alla messa in scena dei titoli previsti per la stagione appena inaugurata con il titolo di Resilienza. La Baroni ha concluso il suo appassionato intervento, effettuato chiamando accanto a sé l’intero organico del Coccia, dicendo che nei prossimi giorni verranno messi a punto gli strumenti tecnologici che saranno utilizzati per portare le esecuzioni nelle case degli appassionati.
La recensione si riferisce all'esecuzione del 25 ottobre 2020.
Danilo Boaretto