Darfo Boario - Teatro S.filippo |
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Lord Enrico Ashton | Davide Damiani |
Lucia | Anna Maria Dell'oste |
Sir Edgardo Di Ravenswood | Massimiliano Barbolini |
Lord Arturo Bucklaw | Giacomo Gandaglia |
Raimondo Bidebend | Andrea Patucelli |
Alisa | Elena Bertocchi |
Normanno | Giacomo Gandaglia |
Maestro Del Coro | Marco Beretta |
Pianoforte | Deborah Mori |
Flauto | Federica Ziliani |
Corno | Denis Salvini |
Violino | Daniela Sangalli |
Regia | Lidia Soriani Cucchi |
Coreografia | M.l. Rimonti |
Serata particolarmente interessante nel piccolo Teatro S.Filippo di Darfo Boario Terme.
L'associazione "Amici della lirica Aldo Protti" si è profusa in uno sforzo non indifferente per portare in una località non propriamente attrezzata per questo genere di spettacoli, una Lucia di Lammermoor con tutte le carte in regola.
Le buone premesse erano evidenziate piuttosto chiaramente in locandina.
Il cast formato da giovani emergenti o in parte già affermati, l'accompagnamento musicale affidato, non al solo pianoforte, come solitamente avviene in queste piccole rappresentazioni, ma con l'aggiunta di un violino, un corno e un flauto. Strumenti scelti in modo quanto mai appropriato per un'opera come Lucia di Lammermoor.
Il flauto ci fa correre immediatamente con il pensiero alla scena della pazzia e il corno riesce a creare le brumose atmosfere scozzesi come nessun altro strumento. Terzo strumento il violino; non dimentichiamoci che prima dell'avvento della figura del direttore d'orchestra, era proprio il primo violino a dare gli attacchi alle varie sessioni orchestrali.
A completare le buone premesse vi era in locandina la segnalazione che l'opera si sarebbe svolta con i costumi storici della Scala utilizzati nell'edizione 1962/63 ed in seguito per tante altre prestigiose stagioni.
Protagonista era Anna Maria Dell'Oste, un soprano già da alcuni anni in carriera. In curriculum vanta collaborazioni con enti lirici importanti in ruoli tipici da soprano lirico leggero, con una tendenza degli ultimi tempi a spostare il suo repertorio verso ruoli più lirici.
Nello scorso mese di dicembre era in cartellone come doppio di Angela Gheorghiu in una Traviata a Lisbona. Sarà forse per la coincidenza di questa recita con questa fase evolutiva della sua vocalità e della sua carriera, ma Anna Maria Dell'Oste non mi ha convinto del tutto.
Piuttosto frequentemente mi ha dato l'impressione di cambiare posizione emettendo suoni eccessivamente coperti, addirittura intubati, con qualche difficoltà e durezza di troppo sulle note più estreme. Nel complesso la sua performance è stata positiva, molti sono stati i momenti positivi, soprattutto durante i passaggi che consentivano un canto fatto di abbandoni aulici.
Tuttavia non nascondo che le mie aspettative verso la Dell'Oste erano maggiori.
Sicuramente ad Anna Maria Dell'Oste non ha giovato avere al suo fianco il tenore Massimilano Barbolini che della vocalità di Edgardo non ha proprio nulla. Barbolini è un tenorino che tenta di cantare con l'emissione di testa tipica di certi cantanti specialisti del repertorio rossiniano ma che va in panico sbiancando totalmente l'emissione non appena la tessitura comincia a salire leggermente. Non solo la voce di questo tenore non riusciva ad esprimere nulla durante i non pochi momenti drammatici dell'opera, ad esempio la famosa scena dell'invettiva, ma nemmeno scenicamente andava meglio, risultando sempre e costantemente ancorato in mezzo al palcoscenico senza mostrare il minimo sussulto allo svolgersi degli eventi.
Andrea Patucelli quale Raimondo, ha evidenziato materiale vocale di tutto rispetto e buona sensibilità interpretativa. Se saprà utilizzare e affinare bene con lo studio, i mezzi a sua disposizione, in futuro potrà garantirci buone cose.
Le parti di Arturo e Normanno erano ricoperte da Giacomo Gandaglia, con risultati a dir poco imbarazzanti.
Troppo breve la parte di Alisa per riuscire a giudicare Elena Bertocchi.
Ho tenuto volutamente per ultimo il commento riguardante l'interpretazione di Davide Damiani quale Lord Enrico Ashton, per chiudere in bellezza, in quanto è stata, per me, la piacevole sorpresa della serata. Con una voce di bellissimo colore, piuttosto scura, da vero baritono, oserei dire "verdiano", è riuscito a dare alla figura di Enrico quegli accenti di nobiltà, determinazione e cattiveria che normalmente questo personaggio dovrebbe possedere. Davvero un cantante interessante che mi piacerebbe risentire in ruoli a lui adatti e su importanti palcoscenici.
Il quartetto strumentale dopo un inizio eccessivamente fragoroso da parte del pianoforte e incerto per il violino, ha proseguito molto bene, riuscendo a creare le giuste atmosfere e accompagnando bene i cantanti. Il Coro Lirico Lombardo mi è parso abbastanza buono per quel che concerne le sessioni femminili, mentre qualche incertezza in più hanno mostrato le sessioni maschili.
Regia e scenografia erano fortemente limitate dai piccoli spazi ma nel complesso hanno raggiunto l'obbiettivo di rendere chiari i concetti di quel che stava accadendo sulla scena; cosa questa fondamentale.
Forse il tempo a disposizione per le prove non è stato sufficiente per far capire al tenore il dramma nel quale si stava calando?
I costumi storici della Scala hanno sortito il loro positivo effetto, soprattutto nelle scene d'insieme.
Nel complesso una discreta Lucia, addirittura buona se la poniamo in confronto a ciò che si vede e si ascolta in teatri più affermati.
Complimenti a questa volonterosa associazione, per l'impegno profuso in questa produzione.
Alla prossima!
Danilo Boaretto