Soprani | Amy Haworth, Charlotte Ashley, Emily Atkinson, Rachel Ambrose Evans |
Alti | Caroline Trevor, Patrick Craig |
Tenori | Steven Harrold, Simon Wall |
Bassi | Rob Macdonald, Greg Skidmore |
Direttore | Peter Phillips |
Programma | |
Marc'Antonio Ingegneri |
Tibi laus, tibi gloria (1589) mottetto per la Domenica della Santissima Trinità per 8 voci a cappella O sacrum convivium (1576) antifona al MAgnificat ai secondi vespri del Corpus Domini, mottetto per 5 voci a cappella Cantate Domino (1589) mottetto sacro per 8 voci a cappella |
Claudio Monteverdi |
Cantate Domino (1620) mottetto a 6 voci a cappella tratto dal primo libro dei mottetti Domine ne in furore tuo (1620) mottetto a 6 vocia cappella tratto dal primo libro dei mottetti |
Giovanni Pierluigi da Palestrina |
Lamentationes of Jeremiah Laudate pueri (1572) mottetto sacro per 8 voci a cappella |
Claudio Monteverdi |
Adoramus te Christe (1620) mottetto a 6 voci a cappella tratto dal primo libro dei mottetti Crucifixus (1641) mottetto a 4 voci a cappella tratto da Selva morale e spirituale |
Antonio Lotti |
Crucifixus a 8 (1717) mottetto a 8 voci a cappella tratto dal Credo |
Claudio Monteverdi |
Messa a quattro voci da cappella (1651) |
Autore forse oggi ancora troppo sottovalutato, Marc’Antonio Ingegneri fu, tra le altre cose, anche maestro di Claudio Monteverdi. Veronese di nascita, egli fu maestro di Cappella della Cattedrale di Cremona e amico personale del vescovo Niccolò Sfondrati, poi eletto papa col nome di Gregorio XIV, che lo influenzò con le sue idee controriformiste. Anche per questo motivo le sue composizioni si inseriscono nel filone della scuola romana che ha il suo autore più rappresentativo in Pier Luigi da Palestrina.
Proprio su questi compositori e sulla loro produzione di musica sacra, con una piccola digressione su quella di Antonio Lotti, si incentra l’attenzione del secondo concerto del Festival monteverdiano di quest’anno, che ha come protagonisti i Tallis Scolar diretti da Peter Phillips e che riporta un titolo alquanto significativo, Master and pupil: Ingegneri and Monteverdi.
Il concerto, originariamente previsto nel refettorio della chiesa di San Pietro al Po, è stato successivamente spostato nella Chiesa di Sant’Agostino che ha potuto offrire una maggiore disponibilità di posti al proprio interno.
A margine va però precisato che il ruolo fondamentale della figura di Marc’Antonio Ingegneri nella Cremona dell’epoca non si limitò soltanto all’attività di maestro del Divin Claudio e di altri musicisti quali Tiburzio Massaino e Lucrezio Quinzani, oppure all’attività di maestro di Cappella, ma fu anche fondamentale nell’ambito dell’Accademia degli Animosi, che fiorì a Cremona fra XVI e XVII secolo, all’interno della quale va probabilmente collocata gran parte della sua produzione madrigalista. Non a caso, proprio in concomitanza con la chiusura di detta Accademia, l’attenzione di Ingegneri si spostò maggiormente sulla produzione di tipo liturgico, oggetto del concerto.
Sull’attività dei Tallis Scholars e del loro direttore Peter Phillips è quasi inutile spendere troppe parole, basti dire che sono da anni considerati il miglior gruppo fra quelli che incentrano la propria attenzione sulla produzione musicale rinascimentale e barocca.
Chiave di volta del loro approccio musicale è, e rimane, la ricerca della purezza del suono, della perfezione esecutiva e dell’equilibrio assoluto fra le voci dei vari cantanti che compongono l’ensemble. L’effetto che tutto ciò ha sullo spettatore è ineguagliabile, quasi straniante e ricorda un’architettura di straordinaria arditezza in cui però alla fine tout se tient e che lascia attoniti per la propria armonia e perfezione.
Il gesto di Peter Phillips è calmo, misurato, preciso e l’accordo fra le parti evidente frutto di lavoro pluriennale di cesello, divenuto però ormai spontaneo all’interno del gruppo.
Un’altra serata di qualità, quindi, per un Festival che si sta assestando ormai davvero su livelli di grande eccellenza.
La recensione si riferisce al concerto del 19 giugno 2022.
Simone Manfredini