Liuto e direzione | Michele Pasotti |
Soprano | Francesca Cassinari |
Soprano | Alena Dantcheva |
Tenore | Gianluca Ferrarini |
Viella da braccio | Efix Puleo |
Viella da gamba | Teodoro Baù |
Clavicymbalum | Federica Bianchi |
Ormai da diversi anni gli storici ci hanno convinto che il Medioevo era pieno di colori. Le città, le cattedrali, le vie dei pellegrinaggi, le opere d’arte, la letteratura lo dimostrano e ne trasmettono con immediatezza il fascino. La musica di certo non è da meno, soprattutto se illuminata da interpreti e studiosi capaci di comunicarne la brillantezza, la varietà e la vitalità.
È il caso dell’ensemble La Fonte Musica che ha presentato un programma di grande interesse incentrato sulla danza nel Trecento. Quattro strumentisti e tre cantanti hanno svelato un mondo nuovo sul palcoscenico del Teatro Goldoni di Bagnacavallo. Il suono inedito e composito in un attimo si seziona in parti e timbri ciascuno con una netta personalità per poi ricongiungersi con forza inattesa in insiemi mai uguali, trasmettendo immediatamente la percezione di tinte nel contempo trasparenti e potenti.
Quattro strumentisti di notevole impatto hanno suonato strumenti dell’epoca trasfigurati, lontani anni luce da certe punizioni che ci hanno afflitto in tempi più o meno recenti: Michele Pasotti al liuto, Efix Puleo alla viella da braccio, Teodoro Baù alla viella da gamba (ma suonata al braccio), Federica Bianchi al clavicymbalum. La loro versione del Lamento di Tristano, interpretata come in una jam session con i quattro solisti che si alternavano nell’esposizione del tema è stata travolgente. Ma anche le voci di Francesca Cassinari (soprano), Alena Dantcheva (soprano) e Gianluca Ferrarini (tenore) hanno mostrato tutte le sfaccettature del canto suggerite dalle composizioni trecentesche.
Tre virelai di Guillaume de Machaut si sono prestati a virtuosismi e trattamenti della voce umana inauditi, un sunto già molto esaustivo dell’armamentario tecnico che verrà ampliato nei secoli a venire. Il programma, incentrato sulla danza, ha dimostrato non solo la capacità visionaria dell’epoca, la fantasia, l’arte di sorprendere, ma anche i semi e i segni di tutti gli sviluppi futuri con la forza dirompente delle origini. Il programma prevedeva diversi brani di Antonio Zacara da Teramo, autore cui La Fonte Musica ha dedicato numerosi compact disc per Alpha Classics. Tra questi Ciaramella, irresistibile, ha ricreato la vivacità di una città immaginaria affollata di suoni e di canti. Del resto nello stesso momento sulla piazza e sotto i portici di Bagnacavallo si festeggiava il patrono San Michele con chiese e conventi aperti e illuminati fino a tardi.
Gli spettatori, pochi ma buoni e con mascherina tenuta per tutta la durata del concerto, hanno mostrato in ogni modo di aver gradito lo spettacolo.
La recensione si riferisce allo spettacolo del 29 settembre 2020.
Daniela Goldoni