Titolo | Una vita in canto: L'alchimia della voce |
Autore | Fabio Armiliato |
Editore | De Ferrari |
N. pagine | 284 |
ISBN | 9788855036894 |
Prezzo di copertina | 22,50€ |
Finito di stampare | maggio 2024 |
Fra le pubblicazioni di questo 2024 aventi come argomento il canto lirico merita certamente di essere citato il libro autobiografico intitolato “Una vita in canto (L’alchimia di una voce)” con cui il celebre tenore Fabio Armiliato racconta la sua vita e la sua carriera.
Un libro che, fra tanto altro, svela le difficoltà superate con enorme caparbietà dall’artista genovese per riuscire ad “addomesticare” una voce di natura non facile.
Coinvolgente (quanto meno per chi come me ha vissuto all’incirca la stessa epoca) la descrizione genuina quanto autentica che offre uno spaccato sulla vita trascorsa nella Genova a partire dagli anni ’60. Nato il 17 agosto 1956, primo di cinque fratelli, Fabio crebbe nella classica famiglia della classe media italiana con madre casalinga e papà impiegato alla celebre Gondrand (storica azienda di trasporti fallita alcuni anni fa) nel clima di euforia collettiva che accompagnava gli anni della "quiete dopo la tempesta" ed il conseguente boom economico.
I ricordi d’infanzia del futuro tenore sono felici e ricchi di stimoli. Il racconto non tralascia i dettagli dei primi giochi, la scuola, le biciclettate con gli amici, sino alla descrizione di come nacque e si sviluppò il germe per il canto lirico che in seguito lo portò ad iscriversi al Conservatorio. Come tanti ragazzi di quegli anni dovette trovarsi presto qualche lavoretto che potesse, per quanto poco, svincolarlo dalla costante richiesta di mancette alla famiglia; un primo tentativo di indipendenza economica e anche di aiuto ai propri genitori che comunque non gli fecero mai mancare nulla.
I primi approcci allo studio del canto lirico coincisero anche con insegnanti che contribuirono poco o nulla a dargli le indicazioni corrette per la sua vocalità; anzi, talvolta ci misero del loro per inculcargli errate nozioni che in seguito dovette faticare per togliersi dalla cosiddetta "memoria muscolare". Alla fine degli anni ’70 frequentò con profitto alcune lezioni d’interpretazione concesse dal celebre Ettore Campogalliani e nel 1979 entrò nel Coro del Teatro Carlo Felice di Genova.
In seguito, alcune intuizioni fondamentali per il completamento della formazione vocale le apprese dal soprano Rosetta Noli, zia del tenore Ottavio Garaventa.
Il debutto in un ruolo tenorile importante avvenne grazie all’opportunità offertagli proprio da Ottavio Garaventa, altro importante artista ligure, il quale lo incoraggiò ad affrontare il non semplice ruolo di Gabriele Adorno nel Simon Boccanegra; il debutto avvenne il 5 agosto 1984. Nonostante il debutto positivo Fabio lavorò ancora parecchio dal punto di vista tecnico, soprattutto per cercare di perdere alcuni “vizi” acquisiti nel tempo a causa di insegnamenti sbagliati. Ad ogni modo da metà anni ’80 la carriera di Armiliato proseguì e si sviluppò sino ad approdare, una decina d’anni dopo, al Metropolitan di New York dove debuttò con successo nel ruolo di Manrico nel Trovatore. Fondamentale per gli impegni che si susseguirono per parecchi anni in America fu la collaborazione con Robert Lombardo, suo manager e col tempo grande amico.
Nel libro non vengono tralasciati aspetti legati alla prima figlia avuta in giovane età, il successivo matrimonio con il mezzosoprano serbo Irena Zaric (da cui nacque la seconda figlia Alessandra) cui seguì una burrascosa separazione ed infine l’unione sentimentale con Daniela Dessì, probabilmente il più grande amore della sua vita.
Da segnalare la presenza nelle ultime pagine del volume di una sezione contenente alcuni QR code che riportano ad alcune interessanti registrazioni di Armiliato selezionate dallo stesso tenore ed inserite nel proprio canale Youtube.
Un libro di cui consigliamo la lettura agli studenti di canto per i preziosi consigli che potranno trovare fra le righe, ai giovani artisti in carriera perché da questa lettura potranno trarre forza e quindi perseverare verso l’ottenimento dei propri obiettivi, ma anche a melomani o semplici simpatizzanti del nostro amato mondo dell’opera.
Danilo Boaretto