Titolo | Dalla mia casa son partito - Spigolature inedite pucciniane |
Autori | Lisa Domenici - Emiliano Sarti |
Editore | TRALERIGHE LIBRI |
Numero pagine | 192 |
ISBN | 9788832873702 |
Formato | Brossura |
Prezzo | € 22,00 |
Data di pubblicazione | Novembre 2024 |
“Spigolatura: Insieme di cose raccolte qua e là, ricercate minuziosamente” scrive, tra l’altro, il vocabolario Treccani e leggendo Dalla mia casa son partito – Spigolature inedite pucciniane balza proprio agli occhi la meticolosità con la quale Lisa Domenici e Emiliano Sarti hanno ricercato “qualcosa di inedito” da dire sulla vita e opere di uno dei musicisti più rappresentati, commemorati, commentati di sempre.
Anche troppo, crediamo, in questo 2024: si ricordano pubblicazioni inutili, convegni superflui, concerti spendaccioni e rappresentazioni di ogni sorta su moltissime delle quali sarebbe meglio stendere pietosi veli. A fronte di tanto sperpero ci sono state, però, parecchie cose di alto e buon livello che hanno contribuito ad approfondire la figura e l’arte di Giacomo Puccini: penso che questo volume rientri tra esse, come dimostra anche il suggello di Gabriella Biagi Ravenni che lo ha presentato alla stampa.
I due autori sono nati e vivono in zone pucciniane e hanno chiaramente nel sangue l’abitudine a considerare il Maestro “uno di casa”, come fosse un parente di cui si è sempre parlato; è una cosa che accade a chi “è di per in qua”, non c’è famiglia in cui non ci sia stato un nonno che raccontava di averlo conosciuto o anche solo incrociato per strada, in cui non si parlasse di lui come di uno “che c’era sempre stato” e se ne commentassero gioie, successi, donne e dolori. Questo porta a raccontarne e a scrivere con la naturalezza dovuta sì allo studio ma anche alla conoscenza di fatti tramandati in famiglia, senza pesantezze e falsi giudizi.
La prosa del libro è quindi agile, con periodi piuttosto asciutti e mai declina in un seppur velato pettegolezzo. Gli avvenimenti trattati, si parla del periodo tra il 1900 e il 1910, sono divisi in capitoli chiaramente esposti ed è piacevole anche rileggere le faccende già conosciute che introducono al cuore inedito del volume, dove troviamo parte del carteggio tra Elvira, Giacomo e Doria Manfredi.
Domenici e Sarti hanno avuto accesso alle lettere (da cui purtroppo mancano quelle di Doria ai Puccini) e il permesso di pubblicarle; in tutte è chiaro l’affetto e l’affidabilità verso la giovane a cui si chiedono varie incombenze, dalle piccole cose domestiche come “chiudi bene le finestre e le porte di salone che tu qualche volta dimentichi” a veri incarichi di fiducia come diversi pagamenti fatti per conto di Giacomo. Molto spesso la chiusa è: “e a te un bacio dalla tua Elvira”.
Alla luce di questa intimità colpisce ancora di più la violenta catena di accadimenti che portarono al suicidio della Manfredi, con lo scandalo che ne seguì. Il racconto dei fatti è lucido e analitico, corredato da testimonianze dell’epoca, lettere e articoli di giornale.
Ciascun capitolo del volume ha vita autonoma, non necessariamente legata agli altri. La mano degli autori è ben riconoscibile: Emiliano Sarti si è riservato l’analisi del rapporto tra Puccini e i luoghi a lui più cari (Torre del Lago, Chiatri e Abetone), due capitoli in cui esamina differenze e analogie tra il libretto e il testo per Butterfly e La fanciulla del west (per questa ci sono alcuni passi inediti della traduzione che Puccini fece fare del testo di Belasco), il racconto delle prime delle due opere al Teatro del Giglio di Lucca (con la trascrizione di “impagabili” articoli dei giornali cittadini dell’epoca) e un ultimo interessante capitolo riguardante i cantanti e i direttori che eseguirono opere di Puccini a Lucca, vivente il Maestro.
Lisa Domenici dedica le sue - notoriamente scrupolose - cure alla parte dedicata all’affaire Doria e due capitoli su Rosina Storchio e Emmy Destinn: prime Cio-Cio-San e Minnie; ancora sue le cronache sulle rappresentazioni viareggine di Fanciulla, settembre 1923, e Butterfly, dicembre 1924; sempre arricchite da lettere e articoli del tempo.
A corredo una bella selezione di foto accuratamente restaurate, quasi tutte inedite, provenienti dalla famiglia di Doria Manfredi.
Marilisa Lazzari