Adina | Caterina Sala |
Nemorino | Javier Camarena |
Belcore | Florian Sempey |
Dulcamara | Roberto Frontali |
Giannetta | Anais Meijas |
Maestro delle cerimonie | Manuel Ferreira |
Direttore | Riccardo Frizza |
Maestro del Coro | Fabio Tartari |
Orchestra "Gli Originali" Coro Donizetti Opera |
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Edizione ITunes, disponibile anche in Cd, Dvd e Blu-ray Etichetta: Dynamic |
L’etichetta Dynamic – divenuta ormai un riferimento per gli appassionati che intendono procurarsi le registrazioni dei più interessanti spettacoli programmati dai principali teatri italiani – propone sul mercato questa pregevole esecuzione de L’elisir d’amore, titolo inaugurale del festival donizettiano 2021.
L’ascolto dell’incisione (disponibile, oltre che nella versione dell’album digitale, anche nei tradizionali formati del Cd, del Blu-ray disc e del Dvd) conferma in larga parte gli spunti di interesse segnalati dalla recensione dello spettacolo a cura di Danilo Boaretto: spunti di interesse ravvisabili nella direzione di Riccardo Frizza e nella prova dei due protagonisti principali. Nei panni di Nemorino, un collaudato belcantista come Javier Camarena regala alcuni bellissimi momenti, grazie all’intelligente fraseggio, al sapiente uso delle mezzevoci (la “Lagrima”, in questo senso, è una vera lezione di canto: vedi la frase “Che più cercando io vò? M’ama”) e alla capacità di legare i suoni per cesellare frasi infinite (si pensi a: “Un poter che non sa dir – un poter che non sa dir” cantata con un solo fiato).
Accanto a un artista del livello del tenore messicano, brilla la ventenne Caterina Sala, capace a sua volta di incarnare una Adina civettuola e volubile nel primo atto, spiritosa e seducente nella bacarola, matura e consapevole nel “Prendi, per me sei libero”. Le agilità della cabaletta “Ah l’eccesso del contento” – alternativa a “Il mio rigor dimentica” – affrontate con una sicurezza ed un piglio che farebbero tremare i polsi a tante più celebrate ed esperte interpreti costituiscono certamente il passaggio più interessante dell’intera esecuzione.
Corretta la Giannetta di Anais Meijas, meno convincente si rivela la prova dei due baritoni: Florian Sempey dà vita a un Belcore adeguato sul piano vocale, ma sostanzialmente privo – dalla sortita al duetto con Nemorino – della marziale spacconeria e dell’atteggiamento guascone che dovrebbero contraddistinguere un seduttore di vivandiere come il Sergente. Del pari, Roberto Frontali tratteggia un Dulcamara più cinico che brillante, più agro che seducente, più propenso a sprezzare i gonzi del villaggio che a imbonirli con titoli posticci e iperboli da ciarlatano.
Molto centrata, si diceva, la direzione di Frizza, alla guida dell’orchestra “Gli originali” di Bergamo: una direzione rigorosamente filologica, che non priva l’opera della sua componente di frizzante leggerezza. Il classico valore aggiunto, insomma: un ulteriore argomento per giustificare l’acquisto del disco.
Carlo Dore jr.