Déjanire | Kate Aldrich |
Hercule | Julien Dran |
Iole | Anaïs Constans |
Philoctète | Jérôme Boutillier |
Phénice | Anna Dowsley |
Direttore | Kazuki Yamada |
Maestro del Coro | Stefano Visconti |
Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo | |
Choeur de l’Opéra de Monte-Carlo | |
Supporto: 2 Cd + Libro |
Camille Saint-Saëns è un compositore molto amato da parte della Fondazione Palazzetto Bru Zane. Negli ultimi dieci la stessa ha deciso di eseguire e registrare l'integrale delle circa quindici opere del compositore francese. Questa è la sesta uscita dopo Les Barbares (volume 8), Proserpine (volume 15), Le timbre d'argent (volume 25, varie volte revisionato in maniera importante), La princesse jaune (volume 29) e Phryné (volume 31). Si tratta dell' ultima versione del grande genio di Dejanire (mentre la prima versione risaliva al 1898) Questo lavoro nasce in origine per les Arénes di Béziers in Occitania dove venne eseguito all'aperto su larga scala il 28 agosto del 1898. Anche Les Barbares originariamente erano previste per il teatro romano all'aperto di Orange in contrapposizione al Festival di Bayreuth, ma poi l'opera venne eseguita a Parigi. Nel 1911 Saint-Saëns, dopo la morte del librettista Louis Gallet, rivide in maniera radicale il lavoro, salvò circa un quarto della musica originale trasformando il tutto in una vera e propria opera per Montecarlo. Il teatro di Monaco viveva nei primi anni del ‘900 una felice stagione grazie ad impresari competenti che proponevano stagioni liriche importanti con prime assolute mondiali come queste.
La tragedia di Gallet che fornisce l'idea base dell’opera, è un rimaneggiamento delle Trachinie di Sofocle
La vicenda si svolge a Trachis, in Tessaglia. Eracle, sposato con Deianira, torna da un'impresa con una principessa in ostaggio, Iole, di cui si invaghisce. Ma Iole ama Filottete. Gelosa, Deianira dà a Eracle una veste intrisa del sangue del centauro Nesso, precedentemente ucciso da Eracle durante l'attraversamento di un fiume. Eracle alla fine morirà per questo veleno e salirà all'Olimpo essendo un semidio. La vicenda volge ad un amaro epilogo, non trattato da Gallet, con Deianira che si uccide per il dolore e Iole che sposa il figlio di Eracle, Illo.
La storia è quella che dà origine all'Ercole amante di Cavalli, praticamente la stessa vicenda.
Il compositore sceglie una musica "antichizzante" per recuperare il contesto della tragedia greca. Come spiegato negli esaurienti saggi che come sempre arricchiscono il libro allegato ai due Cd, il compositore ha ben presente la musica ieratica di Gluck e di Spontini. La prima versione prevedeva per i solisti una parte declamata, non cantata, e la musica era distribuita tra preludi, ballabili e grandiosi cori che dovevano infiammare l'arena francese. Gallet malato e sordo venne all'ultima rappresentazione e, nonostante non udisse nulla, tornò a casa lieto della realizzazione di questa sua ultima fatica. Nella versione 1911 sarà il compositore stesso a rielaborare verso per verso poiché si passerà dal declamato originale ad una opera vera e propria tutta cantata. Nel farlo, il musicista mantenne come dicevamo una pccoila parte della musica originale e si spinse su un linguaggio più lirico, marcando l'effetto magniloquente che caratterizzava la vicenda spettacolare. Peccato per un finale tagliato con l'accetta che avrebbe meritato una complessità e un'acme ben maggiore a coronamento dell'opera.
Kate Aldrich, mezzosoprano (acuto) americano, molto apprezzata da noi anni fa come Zelmira a Pesaro e recentemente in un recital al Carlo Felice, impersona Déjanire. Perfetta in questa parte drammatica per la varietà di accenti e di quanto rimane della declamazione all'origine del lavoro. Certo i colori sono piuttosto limitati e mancano le nuances. Ma ciò non inficia questo ruolo drammatico che il mezzosoprano affronta con coraggio e risoluzione. Belli i suoi interventi nel finale del primo atto e il breve duetto di confronto con Iole all'inizio del secondo.
Julien Dran è un giovane tenore che dà vita ad un credibile e maschio Hercule. Nel primo duetto con Philoctète già si apprezza il timbro solare e appassionato che caratterizza Hercule. La sua ira si manifesta nella Imprécation che conclude il secondo atto. Certo non possiamo annoverare melodie eterne poiché l'ispirazione del compositore va via via scemando con uno sbrigativo finale: se fosse stato ancora vivo Gallet avrebbe certamente dato importanza all'episodio risolutivo con giovamento anche nella musica. Speriamo che questo tenore canti prima o poi in Italia.
Anaïs Constans e una Iole con voce molto suadente, e riesce con le ampie frasi a lei concesse ad esprimere tutto il lirismo che caratterizza la sua parte. Camille Saint-Saëns tiene a sviluppare questa parte infondendo uno spirito nuovo, amoroso creando melodie plastiche davvero notevoli: ce ne accorgiamo ad inizio secondo atto secondo atto e alla fine dello stesso quando Iole prega Pallade Atena (divinità vergine). Nel quarto atto il suo ruolo quasi sparisce.
Philoctète è invece il baritono francese dalla ottima dizione Jérôme Boutillier. I due duetti con Hercule denunciano il cambiamento drammaturgico trasformando il baritono da amico a rivale. La voce giovanile chiara affronta le frasi facilmente, scolpendole. Il personaggio è perfettamente caratterizzato.
Anna Dowsley è solo discreta nel breve ruolo di Phénice.
Kazuki Yamada è il capace direttore giapponese che tiene le fila dei complessi dell’Opéra di Montecarlo, dove si svolse la prima assoluta. Il maestro ci regala una orchestra asciutta e monumentale al tempo stesso. Battuta per battuta vi è una analisi calibrata che non teme degli abbandoni più lirici di Iole e Déjanire. L'orchestra preparatissima riesce a seguire tutte le indicazioni del maestro.
Le registrazioni di Bru Zane sono frutto di una grande ricerca e molta preparazione prima di affrontare la sala di incisione. Ma siccome queste opere vengono quasi sempre date nelle stagioni dei teatri, la vitalità e verità delle registrazioni è innegabile. Studio a tavolino ma anche realtà sulle tavole del palcoscenico.
Il coro monegasco fa degli interventi puliti e ricercati introducendo fastosamente i personaggi principali (introduce Déjanire a fine atto primo), sviluppando l'Imprécation a fine atto secondo, fino agli ultimi due interventi nella Invocation e Apothéose al termine dell'opera.
Il lavoro di Camille Saint-Saëns è da noi molto apprezzato nonostante alcuni passaggi non particolarmente ispirati ed alcuni nodi narrativi troppo veloci. Il libro allegato ai due Cd contiene anche le recensioni dell'epoca utili a capire lo sguardo dei contemporanei. L'opera ebbe una discreta circolazione prima della Grande Guerra per poi sparire dal repertorio. Attendiamo le prossime opere che Bru Zane sceglierà per giungere in una decina d'anni all'opera omnia dei lavori teatrali. Acquisto molto consigliato grazie anche ai validi interpreti qui selezionati.
Fabio Tranchida