Francesco Nicola Fago | |
Cantate e ariette per solo e basso continuo – volume 2 | |
Riccardo Angelo Strano | controtenore |
Ensemble barocco della Cappella Musicale Santa Teresa dei Maschi | |
Claudio Mastrangelo | Violoncello barocco |
Giuseppe Putrella | Tiorba e chitarra barocca |
Davide Milano | Violone |
Sabino Manzo | Clavicembalo e direzione |
Dopo il primo volume edito due anni fa l'etichetta inglese Toccata Classics prosegue nel progetto di riscoperta dell'opera omnia delle Cantate da camera di Francesco Nicola Fago (1677 - 1745), compositore pugliese non a caso detto "il Tarantino", con riferimento alla sua città natale. Come tanti suoi corregionali si formò a Napoli dove sposò la sorella di Nicola Grimaldi cioè il Nicolino, uno dei più famosi castrati dell'epoca.
Forse scritte per il celebre parente, o forse per altri su semplice commissione, queste composizioni costituiscono una proposta interessante: le cantate di Fago, tutte con struttura recitativo-aria-recitativo-aria, sono elaborate, non certo di geniale modernità, anzi hanno un gusto ancorato ad epoche precedenti, ma con scrittura di grande nitore.
In questo disco ritroviamo gli stessi protagonisti del primo volume: il controtenore siciliano Riccardo Angelo Strano e l'Ensemble di Santa Teresa dei Maschi, di Bari, sotto la direzione di Sabino Manzo.
Riccardo Angelo Strano si conferma come una delle realtà più interessanti fra i controtenori della scena attuale. Già ascoltato in altre prove anche dal vivo, la sua voce conferma, dote importante, l'assoluta naturalezza del timbro e la leggerezza dell’emissione, con un ineccepibile senso del legato ottenuto grazie al controllo del fiato che gli permette di eseguire frasi lunghissime in modo quasi inapparente. Tutto questo nell’ambito di una linea di canto dalla controllata classicità ma mai accademica.
Fago non si può definire un virtuoso della scrittura barocca: le sue cantate non offrono occasioni di vorticose agilità, ma richiedono capacità introspettive: gli stati d’animo e le emozioni sono tutti nelle note, espressi nella linea musicale, e sta all’interprete saperli evidenziare.
Il nostro controtenore conosce bene questa teoria e ne dà prova già con l’evidenza posta nei recitativi, affrontati con un'eloquenza ben differenziata dal lirismo meditativo delle arie.
Ne è esempio quasi paradigmatico la commovente Non credo che vi sia maggior tormento dove, inoltre, all’ipnotismo della linea canora delle due arie, ad espressione dell’afflizione del protagonista, fa da contrappunto l'eccellente violoncello di Claudio Mastrangelo.
Strano prova gusto ad usare effetti vocali come svisature, particolarmente nella composizione che apre il CD Che vuoi, mio cor, che vuoi?, alleggerimenti dell'emissione, estro nei giochi di accenti che si riflettono in varietà di fraseggio.
Tanti altri esempi confortano la sensazione di ascoltare esecuzioni ben centrate, come il tono perfino malizioso e più galante di Ingegni curiosi o la più composita Destati ormai dal sonno, l'unica con tre recitativi e tre arie, che con toni imperiosamente moralistici chiude l’intera opera discografica.
Riccardo Angelo Strano è anche l'autore delle variazioni dei Da capo tutte di gran gusto e ben inserite nella struttura portante di ogni brano.
Altrettanto protagonista è l'eccellente Ensemble barocco della Cappella musicale di Santa Teresa dei Maschi di Bari diretto da Sabino Manzo impegnato anche al clavicembalo, in indispensabile armonia d'intenti col solista: gli strumenti, ora suadenti ora con sonorità più incisive vanno a completare l'umore delle composizioni.
Le cantate sono intervallate da brevi toccate per violoncello di Francesco Paolo Scipriani (1678 - 1753) anch'egli pugliese di nascita e napoletano di formazione artistica, affidate a Claudio Mastrangelo che alterna l'abbandono melodico a suoni più graffianti, o al piacevole tempo di danza.
La registrazione del disco è stata effettuata nell’omonima Chiesa di Santa Teresa dei Maschi di Bari, la qualità sonora è ottima. La voce del solista in buona evidenza ma non troppo prevaricante, lasciando apprezzare la qualità e la trasparenza dell’ordito orchestrale.
Le note discografiche sono stavolta anche nella nostra lingua mentre nel primo CD avevamo notato, con una certa delusione, che erano solo in inglese.
Bruno Tredicine