Celso Albelo è uno dei tenori che nell'ultimo decennio ha dato maggiori soddisfazioni ai melomani, soprattutto nel repertorio lirico-leggero. Per questa ragione il suo debutto italiano nel ruolo di Werther che avverrà il 16 dicembre al Teatro Comunale di Bologna e seguirà con altre recite sino al 23 dicembre, non poteva passare inosservato...
Sappiamo che sei nato a Santa Cruz de Tenerife e quindi sei canario come il grande Alfredo Kraus. Ma al di là dell’esempio più celebre, le Canarie hanno dato i natali a parecchi artisti lirici. Secondo te come mai?
Sarà per un insieme di diverse ragioni: il clima favorevole che aiuta a sviluppare un carattere estroverso e l'esistenza di un folklore profondamente radicato. Penso anche per la quantità di influenze culturali passate attraverso le isole. Per quanto riguarda l'opera abbiamo una certa tradizione: i grandi interpreti si fermavano alle Canarie per alcune rappresentazioni prima di proseguire per il loro viaggio verso l'America.
Come ti sei avvicinato alla musica e soprattutto al canto? Hai avuto qualcuno in famiglia che ti ha accompagnato verso questa forma d’arte?
Ho iniziato con la “tuna” (gruppi musicali di studenti, molto popolari in Spagna) e suonando la chitarra nei pub, cantando bolero, mentre studiavo storia dell'arte all'università. Era tutto molto rilassato e mi divertiva molto, ma è così che mi sono reso conto che la musica era la mia vita e non ho più voluto lasciarla. In seguito ho studiato canto al Conservatorio di Musica di Tenerife e poi sono andato a Madrid per studiare alla Scuola Superiore Regina Sofía; ho avuto la fortuna di perfezionare la tecnica con grandi voci come Carlo Bergonzi alla Accademia di Busseto. Per quanto riguarda la mia famiglia, i miei genitori ci hanno insegnato ad amare la musica, e infatti anche mio fratello, Badel Albelo, è tenore e sta facendo carriera: io dico sempre che lui è davvero quello con la migliore voce in famiglia.
Hai dovuto lavorare parecchio sulla tua vocalità prima di sentirti pronto per il debutto? Chi ritieni sia stato veramente fondamentale per la tua formazione tecnica?
La verità è che la carriera professionale è arrivata quando avevo quasi 30 anni, un’età in cui si hanno già determinati criteri di vita e si è in grado di apprezzare, ma anche capire che certe cose necessitano di sacrificio; allora stavo studiando già da qualche anno e, in realtà, non ho mai avuto un momento in cui ho pensato di essere pronto ad iniziare una carriera. Non ci si sente mai davvero pronti, però anche questo è il bello di questa professione. La voce è in continua evoluzione e dobbiamo continuare ad adattarci alle nuove circostanze.
In questo primo decennio di carriera hai sentito maturare la tua vocalità?
Sì, come ho detto, si è evoluta e continuerà a farlo, per fortuna. E per questo sono preparato, sempre ascoltando ogni volta di più la mia voce, con pace, calma e tranquillità. Bisogna saper capire lo strumento.
Pensi di essere pronto ad andare verso un repertorio diverso rispetto a quello affrontato sino ad oggi? Tra qualche giorno sarai impegnato nel ruolo di Werther al Teatro Comunale di Bologna, dopo averlo testato con successo a Tenerife lo scorso mese di marzo. Probabilmente il ruolo decisamente più lirico fra quelli che hai cantato sino ad oggi?
Il mio repertorio si è concentrato principalmente su Donizetti, Bellini e alcune cose di Verdi (Rigoletto e Traviata); sino ad oggi ho seguito la mia evoluzione naturale, ma è vero che la mia voce ha guadagnato volume e oggi Werther è certamente una sfida possibile. È forse il più lirico dei personaggi che ho affrontato finora; ad ogni caso, sento che è arrivato al momento giusto. Questo non vuol dire che abbandonerò i ruoli del Belcanto, che continueranno ad accompagnarmi, ciò nonostante incorporerò, nella misura in cui lo strumento richiede, un repertorio più lirico.
Cosa pensi di Werther come personaggio e quale sarà il tuo approccio vocale e interpretativo?
Siamo di fronte alla massima espressione del romanticismo e ad un personaggio poliedrico: ad ogni atto muta vari stati d'animo partendo da momenti in cui fantastica - nel 1° atto - passando ad altri di rabbia, dove l'onore e l'amore – durante il 2° e 3° atto - si mescolano. Ritengo che la morte di Werther sia particolarmente intensa: nonostante stia per morire, vive probabilmente il suo momento di massima felicità; un’infinita mezzavoce tesa, piena di questa dualità romantica. Alcuni colleghi lo definiscono bipolare... e non hanno tutti i torti.
Qual è stato il ruolo che sino ad oggi ti ha dato maggiori soddisfazioni?
Il mio vantaggio è che mi innamoro facilmente di quello che sto facendo. Mi piace sempre quello che sto cantando; una gran fortuna!
Sei ancora giovane, ma dalla tua carriera ha già avuto molte gioie. Cosa speri per il tuo futuro artistico? Hai qualche sogno nel cassetto?
Amo la musica e godo ogni momento della mia carriera; ma ciò che è veramente importante per la vita non lo trovo nel mondo della lirica, ma nella mia famiglia, in mio figlio. Il mio vero sogno è quello di essere un buon padre.
Quali saranno i tuoi impegni artistici per il futuro?
È stato un anno interessante, ho potuto debuttare in teatri come il Met di New York e il Bolshoi di Mosca e tornare su palchi in cui mi sono sempre sentito molto felice, come il Teatro dell'Opera di Vienna, la Deutsche Oper di Berlino, il Teatro Real di Madrid e il Liceu di Barcellona, e per fortuna il futuro è pieno di progetti e nuove sfide: dopo Werther parteciperò a Varsavia a un concerto di Capodanno, seguito da Rigoletto a Oviedo, Thaïs con Placido Domingo al Liceu, I Puritani a Modena, Piacenza e Reggio Emilia, Maria Stuarda a Genova e Rigoletto a Orange, oltre ad altri impegni.
Quali sono i teatri del mondo a cui sei maggiormente legato?
Sarebbe difficile elencare tutti quelli in cui mi sento a mio agio, ma solo per citarne alcuni, oltre all'Opera Tenerife (per ovvie ragioni) e diversi teatri in Italia, dove ho fatto il mio debutto e completato la mia formazione, sono stato specialmente legato all’Opera di A Coruña, in Galizia (Spagna), una compagnia con cui ho recentemente festeggiato il decimo anniversario del mio debutto. Con loro sono cresciuto come artista, dal momento che hanno creduto in me fin dall'inizio e ho avuto la fortuna di essere presente nelle loro stagioni ogni anno.
Il tuo successo teatrale più emozionante?
Scegliendone solamente uno dovrei tralasciarne molti altri e non sarebbe giusto. Sono sicuro che questo debutto come Werther a Bologna sarà uno di questi!
Fra i grandi tenori del passato hai qualche modello?
Ogni cantante è unico e, più che modelli, provo una speciale ammirazione per grandi interpreti come Carlo Bergonzi, Franco Corelli, Luciano Pavarotti, Placido Domingo (anche se è ancora attivo, per fortuna per tutti) e, naturalmente, Alfredo Kraus.
Fai qualcosa di particolare per mantenere buona la tua salute vocale?
Niente di particolare. Semplicemente faccio in modo che il buon senso prevalga, senza l'ossessione. Cerco di riposare, mangiare sano, fare esercizio fisico, condurre una vita normale e cercare di essere felice. Con questi ingredienti, accompagnati dallo studio, tutto funziona.
Vivi ancora alle Canarie?
No, attualmente vivo a Roma, una città appassionante; mia moglie è romana e per questo motivo abbiamo deciso di vivere lì, ma i miei genitori, mio fratello, altri familiari ed amici vivono a Tenerife dove, ovviamente, vado spesso. Mi piace rimanere molto legato alla mia isola.
La tua professione non è semplice quando si ha una famiglia…
È vero, non è facile, ma sono fortunato perché la mia famiglia può ancora accompagnarmi dove mi porta la carriera. Questo mi aiuta a rimanere felice e contento
Cosa speri per il futuro di tuo figlio? Ti farebbe piacere se seguisse le tue orme?
Voglio che mio figlio faccia tutto ciò che lo renderà felice, che sia nel mondo della musica, o fuori.
Cosa fa nel tempo libero Celso Albelo?
Certo di coltivare i miei hobby: camminare, leggere e fare esercizio.
Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per il tuo prossimo importante debutto nel ruolo di Werther.
È stato un piacere. Un salutone a tutti gli amici di OperaClick
Danilo Boaretto