Verdi Requiem Michele Gamba Sinfonica di Milano

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daphnis
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Verdi Requiem Michele Gamba Sinfonica di Milano

Messaggio da daphnis » 05 nov 2024 15:56

Una deliziosa presentazione congiunta di Alberto Mattioli e del direttore Michele Gamba ha preceduto all'Auditorium milanese di Largo Mahler l'esecuzione della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, tre volte fra giovedi e domenica.

Un dato umano e musicale che assai apprezzo in Gamba e' l'anima ed intellettualita' pulita, decisa e coerente. Michele Gamba e' una bellissima persona nel tratto umano e musicalmente e' un direttore che sceglie una linea e la porta avanti con coerenza. Era accaduto nei magnifici Rigoletto e Medea alla Scala, in Turandot e' stato addirittura spietato, anche discusso ma coerentissimo. Altra nota di merito: Gamba non fa le ole sul podio ma serve la musica con sobrieta' gestuale unita ad intelligenza.

Idem in questo Requiem con Orchestra e Coro della Sinfonica di Milano. Il Maestro Gamba aveva dichiarato, in presentazione, di intender privilegiare il tema ed il carattere religioso rispetto a quello melodrammatico.

Detto e fatto.
Ne e' sortito un Requiem, fin dall'inizio sussurrato, quasi "soffiato" dal valido coro di Malaspina, scabro e mistico come una architettura romanica, di impostazione inconsueta e suggestiva. Coerente, appunto. Ottima la risposta dell'orchestra (in perdurante stato di grazia) e del coro al gesto sobrio del direttore. Meno reattivo all' impostazione di Gamba un po' tutto il quartetto vocale, come fossero piu' propensi al versante melodrammatico. Ma in generale il direttore, come dice il termine stesso, detta la linea, ai solisti di canto spetta seguirla con la loro arte. Maria Teresa Leva soprano, mezzi cui dare un forse maggior ordine vocale se vorra' preservarli: c'e' tanto "materiale" ma diviso a scalini. Deniz Uzun mezzosoprano, alla fine la piu' vicina alle richieste del direttore (e' liederista e si sente) ma un poco flebile, idem il basso Adolfo Corrado. E il prestigioso tenore Francesco Demuro (in sostituzione di Giovanni Sala), forse in momentanea imperfetta condizione, che ha reso un po' faticoso "Ingemisco" peraltro riscattato dall'apprezzabile delicatezza esibita nell:Offertorio.
Nell'insieme, come detto, una lettura interessante, da meditare, sia pur non del tutto compiuta per le ragioni sovraddette.

Ero presente giovedi' e la sera dopo. Alla replica di venerdi sera, spontanei applausi ritmati dal caliente pubblico dell'Auditorium, il piu' "affettivo" nella nostra citta'.

marco vizzardelli



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