Ieri ha avuto luogo l'ultimo appuntamento della Filarmonica dove Trevino ha sostituito Luisi lasciando programma invariato: il Concerto per pianoforte n. 20 in re minore K 466 di Mozart eseguito da Alessandro Taverna, il poema sinfonico op. 28 Till Eulenspiegels lustige Streiche (I tiri burloni di Till Eulenspiegel) e la Suite per orchestra da Der Rosenkavalier op. 59 di Richard Strauss.
Gran bella prova di Trevino che tornava al Piermarini dopo il suo debutto nel novembre 2021 con una ottima Leningrado ed il concerto N. 5 IN LA MAGG. K 219 di Mozart con Tjeknavorian.
Bellissima lettura dei due Strauss con grande risposta della orchestra; riprendere il cavaliere dopo Petrenko è da uomini veri e Trevino lo ha dimostrato.
Sarò stato sessista? Sessista da leggere con l'accento della Mirellina.
Mentre con Taverna il discorso è stato diverso, Taverna molto scolastico nulla di male ma tedioso. Si avvertiva Trevino scalpitare ma non è accaduto nulla ed il bel concerto è stato compitato per benino senza alcuna soddisfazione da parte mia ed anche di alcuni confratelli.
Mi ha ricordato Seong-Jin Cho con Noseda e la National Symphony Orchestra a febbraio 2024 dove mi annoiai nel IV di LVB.
Grande successo con urla a sponsorizzare Trevino nel Ring in luogo di tal Bagonghi.
Filarmonica della Scala - Trevino e Taverna
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Re: Trevino arriva alla Filarmonica al volo... e con Richard Strauss si decolla!
Fra le specialità del formidabile talento di Robert Trevino c'è la facoltà di far fronte in maniera eccezionale alle situazioni di last minute: è come un marchio di fabbrica, dal momento che la sua carriera ebbe il lancio iniziale al Teatro Bol'šoi di Mosca, se non erro nel 2014, allorchè trentenne subentrò all'ultimo minuto a dirigere nientemeno che Don Carlo, con esito trionfale. La sua capacità di "organizzare" un programma all'ultimo istante non solo in maniera tecnicamente impeccabile ma conferendo alla musica un taglio interpretativo netto e personale, è sbalorditiva.
Se n'è avuta conferma ieri sera alla Filarmonica della Scala, in sostituzione last minute al volo (davvero: due aerei) dell'indisposto Fabio Luisi. E' vero che la musica del Rosenkavalier è sui leggii degli scaligeri dopo la memorabile lettura datane da Kirill Petrenko. Ma, appunto, subentrare ad un Petrenko nella suite orchestrale dall'opera, e riuscire a darne, nello spazio di un giorno e mezzo di prove, una lettura diametralmente opposta - smaltata, ipertrasparente nel suono, novecentesca nella frase raccolta e in "rubato stretto" vertiginoso del tutto differente dall'affettuosità intima impressa da Petrenko - indica un coraggio da leone, una tecnica sopraffina e uno spirito d'interprete formidabile, che aveva già trovato pieno riscontro appena prima in un Till Eulenspiegel smagliante.
Orchestra e pubblico in letterale visibilio. Trevino ha già condotto gli scaligeri nel recente passato, anche in una mini-tournèe culminante in una travolgente lettura della Settima sinfonia di Beethoven. E' amico dell'orchestra con la quale c'è grande stima reciproca: sabato sera appena arrivato, incontrato al ristorante mi aveva detto, testuale: <Ho fatto i salti mortali con gli aerei per assolvere al volo la chiamata della Filarmonica: ma l'ho fatto volentieri perchè adoro suonare con loro, alla Scala>. E l'omaggio finale degli orchestrali è stato risposta evidente, insieme ad una prestazione sul campo, dell'intera orchestra, di perizia e freschezza stupefacenti se si pensa al ritmo di impegni cui si sono sottoposti.
Certo, a questo punto è legittimo chiedersi quale sarebbe stato l'esito di un Rheingold-Trevino. L'importante, ora è che il rapporto si confermi e si cementi con chiamate regolari, in concerto ed in opera con un allestimento ad hoc pensato per lui. Fra l'altro, il nuovo sovrintendente Fortunato Ortombina ben conosce Robert Trevino per regolare frequentazione de La Fenice di Venezia. Forza, dunque: è una risorsa preziosa e la Scala può essere il luogo giusto per l'ulteriore affermazione mondiale che il suo raro talento merita.
marco vizzardelli
P.s. Mozart ad alta creativita' di Trevino, purtroppo Taverna, che di solito apprezzo assai, ha deciso di suo di tirare il freno. Non ho compreso il perche'. Ha compitato da compassato il re minore di Mozart (nonostante il direttore tentasse di svegliare) che di suo sarebbe un capolavoro fremente, e anche il bis era anestetico. Era in serata cosi', una taverna... analcoolica senza spirito. Per fortuna Trevino ci ha messo il suo, con felice abbondanza.
Se n'è avuta conferma ieri sera alla Filarmonica della Scala, in sostituzione last minute al volo (davvero: due aerei) dell'indisposto Fabio Luisi. E' vero che la musica del Rosenkavalier è sui leggii degli scaligeri dopo la memorabile lettura datane da Kirill Petrenko. Ma, appunto, subentrare ad un Petrenko nella suite orchestrale dall'opera, e riuscire a darne, nello spazio di un giorno e mezzo di prove, una lettura diametralmente opposta - smaltata, ipertrasparente nel suono, novecentesca nella frase raccolta e in "rubato stretto" vertiginoso del tutto differente dall'affettuosità intima impressa da Petrenko - indica un coraggio da leone, una tecnica sopraffina e uno spirito d'interprete formidabile, che aveva già trovato pieno riscontro appena prima in un Till Eulenspiegel smagliante.
Orchestra e pubblico in letterale visibilio. Trevino ha già condotto gli scaligeri nel recente passato, anche in una mini-tournèe culminante in una travolgente lettura della Settima sinfonia di Beethoven. E' amico dell'orchestra con la quale c'è grande stima reciproca: sabato sera appena arrivato, incontrato al ristorante mi aveva detto, testuale: <Ho fatto i salti mortali con gli aerei per assolvere al volo la chiamata della Filarmonica: ma l'ho fatto volentieri perchè adoro suonare con loro, alla Scala>. E l'omaggio finale degli orchestrali è stato risposta evidente, insieme ad una prestazione sul campo, dell'intera orchestra, di perizia e freschezza stupefacenti se si pensa al ritmo di impegni cui si sono sottoposti.
Certo, a questo punto è legittimo chiedersi quale sarebbe stato l'esito di un Rheingold-Trevino. L'importante, ora è che il rapporto si confermi e si cementi con chiamate regolari, in concerto ed in opera con un allestimento ad hoc pensato per lui. Fra l'altro, il nuovo sovrintendente Fortunato Ortombina ben conosce Robert Trevino per regolare frequentazione de La Fenice di Venezia. Forza, dunque: è una risorsa preziosa e la Scala può essere il luogo giusto per l'ulteriore affermazione mondiale che il suo raro talento merita.
marco vizzardelli
P.s. Mozart ad alta creativita' di Trevino, purtroppo Taverna, che di solito apprezzo assai, ha deciso di suo di tirare il freno. Non ho compreso il perche'. Ha compitato da compassato il re minore di Mozart (nonostante il direttore tentasse di svegliare) che di suo sarebbe un capolavoro fremente, e anche il bis era anestetico. Era in serata cosi', una taverna... analcoolica senza spirito. Per fortuna Trevino ci ha messo il suo, con felice abbondanza.