Fu già detto e scritto allorchè Riccardo Chially li diresse al Concertgebouw di Amsterdam nel febbraio scorso, e li porta nel cuore da tutta una vita in musica: la sua lettura dei Gurre Lieder è un vertice mondiale assoluto contemporaneo (e non solo) della direzione e dell'interpretazione musicale.
Schoenberg "apre" il Novecento, secolo di drammi di vita e rivoluzioni artistiche, con questo divino affresco quasi indefinibile (opera, cantata, oratorio laico-religioso, fiaba-leggenda? Tutto!) che dall'identità ancora tonale e melodica si proietta nel futuro che lo stesso autore scriverà.
Organismo di suoni della Natura e dello Spirito, una "struttura di suoni e colori" allo stesso tempo fluida e definita. Baluiginii di tinte che si fanno corpo musicale, per narrare la leggenda (e qui culmina tutta una tradizione) : tutto è costruito sui suoni, Natura e Poesia. Di tutta questa materia Chailly è interprete allo stesso tempo lucidissimo e identificato, la governa eppure vi entra portandola ad un grado di bellezza sonora, sfumature (prima parte) e poi incandescenza (tutta la seconda parte, fino alla luce totale dell'inno al sorgere del sole).
E come un "organismo di Natura in musica" suona e narra, stupefacente, l'Orchestra della Scala. Giustamente premiata ad Amsterdam nei mesi scorsi dall'Award per l'opera, pone la sua natura, la sua stessa "teatralità", ed il calore di un suono di morbidezza e tinte calde che ne fanno l'identità unica, a totale servizio dell'impresa. E' un ascolto sensazionale e andrebbero citati tutti proprio tutti. Facciamo qualche nome: le due file, sterminate ed eccezionali, dei legni, al cuore il clarinetto vellutato di Fabrizio Meloni. La tromba dorata di Marco Toro. L'intera favolosa sezione percussioni. Luisa Prandina e le due colleghe arpe, uno splendore. La tenerezza del suono del violino di Francesco De Angelis. Gli archi tutti, segnatamente l'episodio fantastico dei celli. Gli ottoni oggi una vera squadra compatta e sicura (l'era-Chailly). Ma tutti, davvero.
I cori della Scala e della Radio Bavarese danno bellissimo contributo poetico-timbrico anche se (non è colpa loro nè di alcuno) la pure preziosa e benvenuta scatola acustica (che fu essenziale nell'Ottava di Mahler) manda un po' indietro e "schiaccia", in alto sotto il soffitto nella struttura, le voci specie maschili, ma la Scala è come è, in concerto ha dei limiti strutturali forse insormontabili.
I cantanti, nell'ordine: il favoloso sprechgesang, nell'immaginifico "bestiario" della seconda parte, di Michael Volle che compie un miracolo dichiaratoci da Chailly stesso: "quasi mai, nell'esecuzione di quel passo straordinario dei Gurre Lieder, la voce cantante-parlante riesce ad andare in sincrono con l'orchestra sottostante. Volle, fenomenale, ci riesce a perfezione". Vero, e del resto parliamo di una leggenda vivente del canto. Okka von Damerau, splendida densità vocale e poetca nel lungo, divino lamento della prima parte. Andreas Schager-Waldemar, nella voce i segni di una carriera gloriosa ma, intatti, il canto sulla parola e la dizione consapevole del testo. Norbert Ernst, vocalità penetrante ed incisiva come Klaus Narr. La grande Camilla Nylund, pur nella bellezza del timbro non pare nel miglior momento, intenzioni non pareggiate da una vocalità non più (o non ora) fermissima. Ma è un dettaglio, in una esecuzione e lettura poetica complessiva di lancinante bellezza che definire storica non è retorico.
Con una nota conclusiva. L'esito sancisce il livello raggiunto dai complessi scaligeri sotto la direzione di Riccardo Chailly (e spiace per Christian Thielemann che ha rinunciato a dirigerli: ci perde lui!) Quale che sia il futuro, chiunque abbia a succedergli, la gratitudine, i meriti acquisiti sul campo (ultimi anni di totale identificazione, dalla Salome in epoca di pandemia e Quinta di Beethoven in poi, nell'opera ed in concerto) e, appunto, il livello attuale, esigono ed impongono la nomina a Direttore Emerito a Vita. Si proceda, subito. E' un atto dovuto. Anzi, naturale. Ineludibile
marco vizzardelli
PS1 - Quello di ieri sera sarebbe stato il mio unico ascolto, per doveri di lavoro che impongono il rientro in Alto Adige i prossimi giorni. Sarei dovuto partire questo pomeriggio, ma il riascolto si impone. Partirò domani all'alba, ma anche questo è un atto dovuto e voluto e di gratitudine alla bellezza dei Gurre-Lieder in se stessi e a quella della stratosferica lettura-esecuzione!
PS2 - La conclusione dei Gurre Lieder, il sorgere del sole, è di una bellezza assoluta. Richiede sulla nota conclusiva che riverbera meravigliosamente in aria, un istante di dovuto silenzio, prima di tornare a terra. Ieri sera non l'abbiamo avuto, e questa mania dell'applauso compulsivo immediato per far capire che ci siamo accorti che è finita, è una pessima abitudine. Un istante di silenzio prima della giusta esultanza, vi prego, stasera, pubblico del Turno C dei concerti scaligeri: siete, di solito, i più consapevoli fra i tre turni. Siatelo. Grazie,
Gurre-Lieder, Chailly, Scala: un vertice
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Gurre-Lieder, Chailly, Scala: un vertice
Ultima modifica di daphnis il 17 set 2024 18:41, modificato 3 volte in totale.
- Merlin
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Re: Gurre-Lieder, Chailly, Scala: un vertice
Io ero presente venerdì 13/9.
Tecnicamente perfetta la direzione di Chailly, orchestra immaginifica e dai timbri mozzafiato. Anche io sottolineo che il centro delle file dei legni sta nel clarinetto di Fabrizio Meloni. A me pare che riesca a creare un suono che sia un tutt'uno con le potenzialità sonore della sala del Teatro. Ma...e mi spiace rompere con tutta la poesia di Marco, a parte la perfezione direttoriale e quella dell'orchestra nel seguirlo, sono uscito da teatro vuoto, senza la percezione di nessuna emozione posta/imposta da Chailly. Nelle mani di altro direttore credo che avrei avuto altra esperienza (Gatti in primis forse, ma perchè no un Pappano, dopo le eccellenti prove che ha avuto in un testo mastodontico quale il Requiem berlioziano). Non è la prima volta che mi accade con Chailly di avere questa impressione, ma magari è una mia impressione. Il "sonne" finale è una talmente pura orgia coral-orchestrale che crea emozioni a non finire da solo, non serve avere un direttore che le tiri fuori...
Quoto Marco invece al 100% per le prestazioni del quintetto vocale. Ho visto molto in difficoltà Schager, e si percepiva una certa sua ansia. Mi spiace invece per la Nylund, anche alla luce di quello che l'attende nel Wagner prossimo alla Scala.
Volle un vero cavallo di razza, l'unico che è riuscito veramente a emozionarmi nella serata.
Tecnicamente perfetta la direzione di Chailly, orchestra immaginifica e dai timbri mozzafiato. Anche io sottolineo che il centro delle file dei legni sta nel clarinetto di Fabrizio Meloni. A me pare che riesca a creare un suono che sia un tutt'uno con le potenzialità sonore della sala del Teatro. Ma...e mi spiace rompere con tutta la poesia di Marco, a parte la perfezione direttoriale e quella dell'orchestra nel seguirlo, sono uscito da teatro vuoto, senza la percezione di nessuna emozione posta/imposta da Chailly. Nelle mani di altro direttore credo che avrei avuto altra esperienza (Gatti in primis forse, ma perchè no un Pappano, dopo le eccellenti prove che ha avuto in un testo mastodontico quale il Requiem berlioziano). Non è la prima volta che mi accade con Chailly di avere questa impressione, ma magari è una mia impressione. Il "sonne" finale è una talmente pura orgia coral-orchestrale che crea emozioni a non finire da solo, non serve avere un direttore che le tiri fuori...
Quoto Marco invece al 100% per le prestazioni del quintetto vocale. Ho visto molto in difficoltà Schager, e si percepiva una certa sua ansia. Mi spiace invece per la Nylund, anche alla luce di quello che l'attende nel Wagner prossimo alla Scala.
Volle un vero cavallo di razza, l'unico che è riuscito veramente a emozionarmi nella serata.
- michele_gallo_55
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Re: Gurre-Lieder, Chailly, Scala: un vertice
Per correttezza sulla esecuzione andrebbe citato, e non a vantaggio della qualità orchestrale, anche qualche sgradevole e infelice attacco della sezione degli ottoni, a cui questa orchestra è abbonata (notati almeno nella seconda rappresentazione). Eviterei in questo caso i cognomi.
Farei presente che lo stesso topic compare nel thread "musica vocale sacra e non operistica". Sarebbe opportuno unificare i commenti, secondo me
Farei presente che lo stesso topic compare nel thread "musica vocale sacra e non operistica". Sarebbe opportuno unificare i commenti, secondo me
MGL
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Re: Gurre-Lieder, Chailly, Scala: un vertice
Hai ragione, non mi erio accorto mi son messo anche di la' ma per il resto non opero visto che ho ricorrenti problemi tecnici. Lascio a chi non e' imbranato cone me uniticare o meno.
marco vizzardelli
marco vizzardelli
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- Iscritto il: 17 mag 2014 11:01
Re: Gurre-Lieder, Chailly, Scala: un vertice
Io non sto notando alcun abbonamento attuale degli ottoni scaligeri. Un tempo si, non nella presente gestione ed organico rinnovato.
Poi, per carita' . Mi dicevano amici presenti a Lucerna ai concerti di Thielemann, che ha fatto uno splendido Beuckner ma che i corni dei Wiener Philarmoniker (!) hanno scroccato in abbondanza (peraltro, a mia esperienza, gli accade, sempre stati particolari). Sinceramente, piu' passa il tempo meno sto attaccato alla singola imprecisione (basta veramente un nulla), per valutare la qualita' di una esecuzione.
Per dire, domenica alla Scala la Quarta di Ciaikovsky, cone ho scritto, ne ha vissute un paio. Ma era ugualmente una esecuzione meravigliosa.
Sunceramente ho trovato la prova dell'Orchestra della Scala in questi Gurre Lieder una prestazione vertiginosa, tecnicamente e poeticamente. Se poi scappa una scivolata, consiglierei di ascoltare certi live di Furtwaengler in Beethoven o Mitropoulos in Mahler, con tanto di sonore stecche degli ottoni, eppure meravigliose e storiche!
marco vizzardelli
Poi, per carita' . Mi dicevano amici presenti a Lucerna ai concerti di Thielemann, che ha fatto uno splendido Beuckner ma che i corni dei Wiener Philarmoniker (!) hanno scroccato in abbondanza (peraltro, a mia esperienza, gli accade, sempre stati particolari). Sinceramente, piu' passa il tempo meno sto attaccato alla singola imprecisione (basta veramente un nulla), per valutare la qualita' di una esecuzione.
Per dire, domenica alla Scala la Quarta di Ciaikovsky, cone ho scritto, ne ha vissute un paio. Ma era ugualmente una esecuzione meravigliosa.
Sunceramente ho trovato la prova dell'Orchestra della Scala in questi Gurre Lieder una prestazione vertiginosa, tecnicamente e poeticamente. Se poi scappa una scivolata, consiglierei di ascoltare certi live di Furtwaengler in Beethoven o Mitropoulos in Mahler, con tanto di sonore stecche degli ottoni, eppure meravigliose e storiche!
marco vizzardelli
Ultima modifica di daphnis il 17 set 2024 18:47, modificato 3 volte in totale.
- michele_gallo_55
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Re: Gurre-Lieder, Chailly, Scala: un vertice
Mi viene da pensare che anche per quelle imprecisioni la cosa veniva riportata su forum simili ad OC.
Niente e nessuno è perfetto, per me non è quindi da biasimare questo tipo di segnalazioni, giusto per restare con i piedi per terra
Niente e nessuno è perfetto, per me non è quindi da biasimare questo tipo di segnalazioni, giusto per restare con i piedi per terra
MGL
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- Iscritto il: 17 mag 2014 11:01
Re: Gurre-Lieder, Chailly, Scala: un vertice
Va tutto bene, e' tutta discussione ed e' la vita di un forum come questo.
Ciao. Marco
mviz
Ciao. Marco
mviz
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- Messaggi: 4099
- Iscritto il: 17 mag 2014 11:01
Re: Gurre-Lieder, Chailly, Scala: un vertice
Crescita ulteriore all'ultima replica, soprattutto, fra i cantanti, Schager che (si e' saputo) non era stato bene la sera della prima ma aveva cantato ugualmente, e' andato guarendo giorno per giorno, e stasera e' tornato in pieno splendore.
Sul resto non ho che da confermare, se possibile in meglio. Impressionante la doppia fila dei legni, ma tutti meravigliosi. Esito a mio parere vertiginoso
E - evviva! - abbiamo avuto la piccola, perfetta pausa di silenzio del pubblico richiesta prima dell'applauso. Ne sono grato, è stato un momento bellissimo.
marco vizzardelli
Sul resto non ho che da confermare, se possibile in meglio. Impressionante la doppia fila dei legni, ma tutti meravigliosi. Esito a mio parere vertiginoso
E - evviva! - abbiamo avuto la piccola, perfetta pausa di silenzio del pubblico richiesta prima dell'applauso. Ne sono grato, è stato un momento bellissimo.
marco vizzardelli