
(Sono andati a ricercarmi quei versi nella traduzione del Marchetti: quale capolavoro sia quest'ultima risalta ogni volta che la riprendo in mano...)
Se te li sei andati a leggere in quell'insostenibile ridipintura settecentesca d'un Giotto, capisco bene perché dubiti che Lucrezio sia inscrivibile nella storia di quello che hai chamato «Genio europeo».Giulio Santini ha scritto: ↑04 set 2019 10:16(Sono andati a ricercarmi quei versi nella traduzione del Marchetti: quale capolavoro sia quest'ultima risalta ogni volta che la riprendo in mano...)
Ti do atto che s'uccise, a quel che si dice, un bel pezzo prima... ma resto convinto che, già solo per il sistematismo programmatico travolto dalla stanca rigogliosità (vorrei dire meglio: lebensmüde Üppigkeit) delle immagini, sia una componente essenziale proprio di quella «"civiltà europea" che si suicida fra il '14 e il '45» (assumo che l'assenza della virgola sia intenzionale, per rendere la seconda guerra dei trent'anni elemento definitorio del concetto).Giulio Santini ha scritto: ↑04 set 2019 22:40...ma insomma europeo (nel senso di "civiltà europea" che si suicida fra il '14 e il '45) non era davvero.
Tutti e due abbiamo letto "Lo stendardo"...mascherpa ha scritto: ↑05 set 2019 09:14Confermata la doppia divergenza su Lucrezio e il suo traduttore, propongo d'aggiornarci al prossimo 11 novembre, per discettare delle formule della Verzichtserklärung di Carlo el piria (della quale non conosco, et pour cause, una traduzione tardomarinista, rimovendo cosí uno dei referenti su cui ci riesce impossibile convenire...).
Potremmo intanto discettare, per non interrompere in questi due mesi il Glasperlenspiel, se l'affermazione attribuita quasi in incipit al protagonista, essere gli ultimi due atti della Figaros Hochzeit sensibilmente inferiori ai primi due (però, se ben ricordo, con un relata refero forse di cortesia), rispecchi una convinzione dell'autopreteso uneheliches Habsburgkind —che comunque riuscì a defungere, ospite della Repubblica Austriaca, alla Hofburg— o sia solo una presa in giro aggiuntiva del maggioretto d'ordinanza nel palco della Erzherzogin (e quindi dei molti che lo "pensano"). In generale, quelle poche frasi scambiate tra i due durante il comico accompagnamento agli arresti mi parvero intrise di sottilissime ambiguità, tali da rivaleggiare con le conversazioni tra fratello e sorella in Der Schwierige (la traduzione in italiano, intitolata L'uomo difficile, sottrae ad esse parte del sapore, perché la nostra lingua dispone, per rivolgersi al prossimo, solo di tre persone verbali contro le quattro del tedesco e, quel che mi pare insormontabile, non usa nemmeno concordare al plurale soggetti singolari riferiti, in forma indiretta, a personaggi di particolare rango, o anche semplicemente al proprio datore di lavoro purché abbastanza ricco e scostante, rendendo impossibili, ad esempio, soprattitoli italiani fedeli per la parte del maggiordomo nel prologo dell'Ariadne auf Naxos — in realtà, a pensarci bene, ne abbiamo una quarta anche noi, seppure ristretta a un caso specifico: il celebre "cosa vogliamo fare?" usa infatti la prima plurale per esprimere la seconda, significando drasticamente "ora tu farai / voi farete, senza tante chiacchiere, quel che, come risposta, mi chiederete d'ordinarvi"...).
Piccolo appunto a margine: il libro di Greenblatt a suo tempo venne accolto bene, meritatamente, e le vicende che descrive sono senz'altro appassionanti, ma da specialista si nota subito che non lo ha scritto un filologo classico, e qualche amena ingenuità sulla trasmissione dei testi nell'antichità salta subito agli occhi (a differenza dei non divulgativi 'Lucrezio' di Lisa Piazzi o 'Di soavi licor gli orli del vaso' della Prosperi, che toccano molti punti affrontati da Greenblatt, ma da classiciste)...Giulio Santini ha scritto: ↑04 set 2019 22:40
...Per una ricerca, in quarta ginnasio, dovetti anche leggere un saggio semidivulgativo di S. Greenblatt ("Il manoscritto", Rizzoli), che, saltellando tra Poggio, Lucrezio, Epicuro e Galileo mi motivò molto e mi sembra consigliabile ai non specialisti non esperti come me...