Tosca è per me l'opera meno "Pucciniana" e meno ruffiana (a parte la "casetta" giustamente ricordata da Mascherpa) di Puccini ed è una delle tre che salverei di tutta la sua produzione (assieme a Manon Lescaut e Madama Butterfly...tutto il resto

).
Basti pensare al geniale uso dei temi che si rincorrono in partitura, le note cupissime, roboanti e fulminee del tema di Scarpia che aprono e chiudono l'opera con qualche variante e già inseriscono chi ascolta nella tensione emotiva di un dramma serrato e calcolato con Hitchicockiana precisione.
Pensiamo alla posizione del "Vissi d'arte" genialmente inserito a metà di una scena di tortura non vista, presente in musica, ma che proprio per questo ci fa orrore e di probabile stupro in cui il canto paradossalmente deve diventare introspezione, dubbio e commozione e contrapporsi con la crudezza di quello che avverrà dopo sia in scena sia in partitura.
La chiusura del primo atto trionfale, in cui il Te Deum viene profanato dal canto lussurioso di Scarpia e quello del secondo che inganna parendo terminare in pianissimo e che invece ci fa sobbalzare sulla poltrona...se non sono effetti speciali questi

.
La "lattigginosa alba" romana con il pastorello che fa tanto "Tannhauser", "E lucean le stelle" in cui nel suono degli strumenti c'è si lo struggimento, l'erotismo, il ricordo, l'addio, ma anche i misteriosi colori e suoni della mattina.
E' vero, il duetto è un tantinello Kitsch, per non parlare delle due voci che all'unisono in stato di esaltazione si lanciano nel silenzio dell'orchestra, però l'effetto teatrale "verista" è assicurato, la sensazione di liberazione è ottenuta eppure l'episodio della finta morte, la marcia infida e rivelatrice e tutta la parte finale in cui il dolore di Tosca si fonde con l'inseguimento sono frutto di un compositore che il teatro lo conosceva bene e sapeva inchiodare l'attenzione dell'ascoltatore.
Non sarà innovatrice, ma il suo potere di presa è innegabile!
La Dessi' questo allestimento lo conosce bene, perchè già interpretato con lo Scarpia di James Morris ed è forse lo spettacolo di Carsen che, leggendo le recensioni, ha convinto meno però aspettiamo le opinioni di chi lo vedrà...tanto Tosca tra calici, angeli, trasposizioni nazi-fasciste, cardinali, Zeffirelli, de Ana, Griffi e contemporaneità è sempre vissuta (anche bene) e sa difendendersi da sola!