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da daphnis » 20 mag 2022 02:33
Luca Salsi, di Renato, disegnava il dolore di un uomo che si riteneva tradito. Ludovic Tezier disegna la rabbia di un uomo che si ritiene tradito. Sono sfumature ma prendo entrambi, contento di averli ascoltati. Più "bella" la formidabile voce di Salsi. Più istrionica nelle volute asprezze, e più cinematografica la resa da parte di Tezier che ha pazzesche doti anche attoriali, che Luca ha acquisito lavorando, nel tempo, con grandi registi.
Bisanti si e' trovato a far fonte al suono denso del predecessore. Lo ha mosso, alleggerito e reso trasparente. Dopo un inizio cauto la concertazione e' ottima fino alla trasparenza totale (si colgono le parole di tutti) ottenuta nel coro in crescendo, sotto le arpe, capolavoro assoluto di Verdi, che chiude l'opera. Di tale nuova scansione e trasparenza, proprio Francesco Meli si giova nel delineare un Riccardo complesso e tormentato, alternativo e nuovo rispetto allo slancio spontaneo che v'infondeva Luciano Pavarotti. Con Meli, grandissimo, si sente tutto il tormento di un uomo messo di fronte ad una scelta spaventosa, ma nel suono ritrovato da Bisanti, escono alla grande anche ironia ed eleganza di Riccardo. Meli e' infatti magistrale nella ballata del primo atto (il pianissimo favoloso della seconda strofa, che con Luisotti andava perso) e nell'attacco di E' Scherzo od E' Follia, di cui esprime tutta l'ironia senza un solo cachinno o risatella aggiuntiva, con la sola modulazione espressiva della voce. Grande Meli, altro che buare un calo di pressione!!!
Della rinnovata scansione e sonorita' di Bisanti si giova lo strumento importantissimo e particolare della Sondra nei momenti più lirici, intimi e dolorosi di Amelia: non e' un caso che, sotto questa direzione, proprio il "Morro' " dell' ultimo atto sia uscito un capolavoro giustamente premiato da un'ovazione (i buatori di Meli avevano in pacchetto anche la Sondra, ma sono stati subissati dal trionfo decretato al soprano). Enorme Turandot a Roma con Pappano, qui grande autentica voce verdiana, cui non la particolarita' timbrica (che anzi e' un pregio espressivo e di personalita') ma solo una imperfetta dizione italiana e' limite ad una statura d'interprete oggi inconsueta per "importanza". Avercene, di Sondre!
Altro segnale della positiva presenza di Bisanti, la prova in netta crescita di Federica Guida-Oscar, che il suono più denso e pesante dell'orchestra di Luisotti tendeva a tratti ad offuscare. Ora Oscar esce netto, pulito. Migliorativa la Ulrica di Okka von Damerau.
Di Tezier si e' detto: un meritato trionfone (per la gioia di una mia amica di Roma, che il 22 salira' apposta per lui).
Di irrimediabilmente brutto in questa produzione resta l'allestimento: i dadaumpa del coro (cantano da padreterni e madreterne ma costretti a movimenti demenziali), i remi e le bandiere che ondeggiano a ritmo di musica, i personaggi che non si trovano fra loro in scena, l'aberrazione di un ballo conclusivo nel quale i protagonisti e i congiurati sono gli unici a non essere vestiti di rosso e sarebbero dei deficienti se non si riconoscessero fra loro. Incongruita massima. Di Marelli a Milano abbiamo la stazione del metro', e basta e avanza
marco vizzardellli
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daphnis il 20 mag 2022 10:07, modificato 3 volte in totale.