Domenica 29 settembre alle 11 presso il ridotto del Teatro Fraschini si terrà il primo appuntamento del ciclo "Racconti d'opera", percorso di guide all’ascolto per la stagione lirica 2024-2025 a cura dell'associazione Croma Libertas 2000 e della Fondazione Fraschini. Si comincerà con il "Viaggio intorno al melodramma e al libretto" raccontando come il teatro d'Opera sia stato, ed ancora oggi è, un esempio stupefacente di impresa capace di creare arte e lavoro, coinvolgendo professionalità di diversi settori, intrecciando storie umane e artistiche nel corso di quattro secoli. Una serie di suggerimenti di sopravvivenza teatrale per sviluppare una melomania spensierata. Una narrazione ironica ma filologicamente corretta sulla genesi del libretto, coprotagonista fondamentale dell’opera lirica.
Deus ex machina del progetto Malva Bogliotti, presidente di Croma Libertas 2000, ideatrice e conduttrice degli eventi che vedranno la presenza di illustri ospiti e professionisti culturali del settore. Possiamo già anticipare che il 17 novembre per Rigoletto sarà presente il grande Leo Nucci mentre domenica 1 dicembre dedicata ad Andrea Chenier sarà ospite il celebre tenore Alberto Cupido; entrambi gli ospiti saranno intervistati da Danilo Boaretto, direttore di OperaClick. Invece, domenica 26 gennaio 2025 per Capuleti e Montecchi sarà Alberto Mattioli, con il suo contributo, ad impreziosire l'appuntamento. Altri ospiti sono ancora in via di definizione pertanto verranno comunicati in seguito.
Naturalmente questa interessante iniziativa non avrebbe potuto nascere senza l’illuminata lungimiranza di Francesco Nardelli, direttore generale della Fondazione Fraschini. A questo punto facciamo qualche domanda proprio a Malva Bogliotti e a Francesco Nardelli per comprendere meglio “Racconti d’Opera” e la rinnovata vitalità del Teatro Fraschini.
Intervista a Malva Bogliotti
Buongiorno Malva, ci conosciamo da tanti anni e da tempo ci diamo del tu, pertanto, tralasciamo i formalismi. Se dovessi presentarti direi che sei il vulcano d’idee teatrali più celebre del Pavese e Oltrepò…. ma non vorrei sminuirti localizzando la tua area di azione. Hai organizzato importanti concorsi lirici, messo in scena con le tue regie, ma non solo, riuscitissimi spettacoli d’opera, rispolverato l’opera itinerante come si usava fare tra fine Ottocento e primi del Novecento, oltre a tante altre cose realizzate con la tua associazione che, se non vado errato, opera sul territorio da oltre 25 anni. Come ho accennato in premessa, l’ultima novità che hai ideato si chiama “Racconti d’Opera” in collaborazione con il Teatro Fraschini di Pavia.
Caro Danilo, ti ringrazio per l’amicizia e stima che ricambio con affetto.
Se penso al percorso fin qui fatto, tu ed OperaClick siete sempre stati al mio fianco in una importante e produttiva collaborazione e quindi sono ben felice che voi mi siate accanto anche al debutto di questa iniziativa. Che nuova per me non è, avendo svolto negli anni moltissimi incontri divulgativi e recentemente curato presentazioni per Prima diffusa in collaborazione con Accademia del Teatro alla Scala. Ma è la prima volta nel bellissimo teatro della mia città, il Teatro Fraschini, e quindi possiamo dire che sia davvero un debutto!
Spiegheresti brevemente ai nostri lettori di cosa si tratta?
Racconti d’Opera è un viaggio nel mondo del melodramma. Dagli inizi, dei quali parleremo durante il primo appuntamento del 29 settembre, fino al tardo Ottocento. Oltre a questo, vuole essere un modo per approfondire trame e tematiche delle opere che andranno in scena sul palcoscenico del Fraschini. In sintesi, un come dove e quando dell’opera lirica per godere appieno dei bellissimi titoli in programmazione: La Bohème, Rigoletto, Andrea Chénier, Così fa tutte e Capuleti e Montecchi.
Quali sono le ragioni principali che ti hanno portata a realizzare questo progetto?
Le ragioni sono tante, tra queste direi una personale: la passione che nutro per l’opera lirica e più in generale una consolidata e pregressa esperienza che mi ha resa consapevole di quanto il melodramma possa essere amato se si posseggono anche basilari chiavi di lettura e ascolto. Il progetto, dunque, nasce dal riscontrato bisogno da parte del pubblico di arrivare preparati alla visione e ascolto di uno spettacolo affascinante e complesso come l’opera lirica. Se potessi sintetizzare in una battuta direi che, così come per un viaggio, lo spettatore più felice è quello più informato!
Evidentemente hai trovato terreno fertile presso la Fondazione Fraschini…
Assolutamente, e della fiducia ringrazio la Fondazione nella persona del Direttore, Dottor Francesco Nardelli. Dopo la felice esperienza della scorsa edizione della rassegna da me ideata di letteratura e teatro Leggere a Pavia, innovativa sia per il collocamento dell’orario, la domenica alle 11, sia per l’ intuizione di offrire al pubblico un percorso coerente ma alternativo alla programmazione del Teatro Fraschini, ho proposto un ciclo di approfondimento sulle opere liriche in programmazione. Racconti d’Opera possiamo dire che sia il naturale proseguimento di Leggere a Pavia, dato che il melodramma è strettamente legato alla letteratura. Proposta che è stata accolta con entusiasmo anche perché in linea con i progetti del teatro.
Avendo a che fare con te è palpabile l’entusiasmo che ti anima e l’autentica passione che nutri per l’opera lirica. Come fai a non perderti mai d’animo?
Questa domanda ogni tanto, ma giusto ogni tanto, me la faccio anch’io, soprattutto perché non sempre è agevole passare da un'idea, per quanto bella e a volte come in questo caso anche semplice, alla sua realizzazione. Ma la verità è che la musica ed il calore del pubblico mi incoraggiano sempre non solo ad andare avanti ma anche a lanciarmi in nuove avventure. E poi non dimentichiamoci che ho avuto un papà che ha creato un coro polifonico nel mezzo della Pampa Argentina, quindi l’opera lirica è e sarà sempre la sostanza della mia vita e dei miei sogni.
Con la tua quasi trentennale esperienza nell’organizzazione di eventi teatrali, in tutta sincerità, cosa ti auspicheresti per il tuo futuro?
Mi auguro che il mio futuro possa essere sempre più quello di una narratrice di opere liriche. Quando lavoro alla produzione di un concerto o di un’opera, sento che sto tornando a casa. Amo tutto dell’opera, la musica, gli artisti, le difficoltà del dietro le quinte. L’opera lirica è talmente ricca di significati e dei sentimenti di tutti noi, che nel corso della vita può essere di esempio, di consolazione, di ispirazione. Vorrei che la mia esperienza nella produzione, nella regia e nell’organizzazione degli spettacoli si riversasse sempre più nella mia attività di narratrice di opere. Attività che a dire il vero, già costruisco secondo una regia precisa come se fosse una vera e propria performance teatrale. Se chiudo gli occhi, immagino così il mio futuro: un palcoscenico, un piccolo lavalier come unico artificio, la musica dei compositori, il pubblico davanti a me e io che inizio con "c’era una volta"…
Allora ci diamo appuntamento per le due domeniche che mi vedranno coinvolto: il 17 novembre, mattinata dedicata a Rigoletto e che vedrà la presenza dell’ultimo grande interprete di riferimento per quest’opera verdiana, Leo Nucci; il 1 dicembre, data in cui si parlerà di Andrea Chénier con il celebre tenore Alberto Cupido, indimenticabile anche nel ruolo del poeta francese.
Certo! Non vedo l’ora! Perché non dimentichiamo che “Racconti d’Opera” non sarà solo il racconto di trame e libretti ma il racconto di chi il meraviglioso mondo del melodramma l’ha vissuto da protagonista.
Intervista a Francesco Nardelli
Buongiorno Direttore,
lei è un autentico numero uno nel risanamento teatrale: ricordiamo che prima di approdare alla Fondazione Fraschini riportò in utile dopo parecchi anni di passivo, anche piuttosto pesante, il Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento che gestisce, fra gli altri, il Teatro Sociale di Trento, l’auditorium di Rovereto e altre sale della stessa provincia. Ottimi risultati li sta portando anche alla Fondazione Fraschini tanto che l’ultimo bilancio ha chiuso in utile di circa 100.000€. Qual è la sua ricetta?
La mia ricetta è cercare di non fare il passo più lungo della gamba e avere un’attenzione alle disponibilità economiche. Questo non prescinde dal buttare a volte il cuore oltre l’ostacolo, avendo delle legittime ambizioni in termini di programmazione. Tanto è vero che il risultato da lei ricordato si è accompagnato ad una crescita dell’offerta artistica nell’ultima stagione e la stessa condizione si verrà a ripetere nella stagione 2024-2025; questo dimostra che i risultati possono essere ottenuti anche con prospettive di incremento dell’offerta e intervenendo su aspetti in parte organizzativi ed in parte di ricalibratura della proposta.
E questa è una filosofia che farà piacere certamente ai nostri lettori…
Ad esempio, le evidenzio che se nella stagione 23-24 avevamo mantenuto i quantitativi dell’offerta, nella 24-25 avremo addirittura un incremento in termini di opere in forma di concerto; per la precisione avremo due opere in forma di concerto che vengono presentate in cartellone e che si aggiungono a quelle sceniche che rimarranno cinque. La stessa cosa può dirsi sull’incremento delle offerte del musical per la prossima stagione con un incremento di due titoli rispetto a quello ormai tradizionale del 31 dicembre. Quindi, per gli appassionati del genere, spero di aver risposto al loro entusiasmo manifestato nel corso dell’appuntamento tipico di S.Silvestro, proponendo questa formula con tre titoli.
Benissimo, complimenti e le auguriamo di continuare su questa strada…
Beh, speriamo di riuscirci.
La prossima stagione d’opera del Fraschini sarà animata da cinque titoli coprodotti da OperaLombardia del cui Circuito anche il Teatro pavese fa parte ed a cui, per alcuni titoli, si sono unite le forze di altri teatri, ad esempio il Regio di Parma. È soddisfatto di questa collaborazione e, vista dalla prospettiva del suo Teatro, in cosa ritiene sia migliorabile?
Sono molto soddisfatto di questa situazione, dell’esistenza e della continuità d’azione del Circuito OperaLombardia. Ritengo che sia l’unica formula sperimentata ad oggi per i teatri di media dimensione in grado di garantire un’offerta variegata al proprio pubblico, nel rispetto del ruolo di ciascuno, in quanto i partner concorrono producendo ciascuno un’opera che viene poi sostenuta dalla coproduzione degli altri. Questo vuol dire che ogni teatro ha la possibilità di valorizzare le proprie maestranze e le proprie competenze professionali, sia tecniche che amministrative ed organizzative. Quindi trovo che questa sia una formula ideale. Certo, si possono fare, dal mio punto di vista, degli ulteriori potenziali miglioramenti nell’affinare la collaborazione. Sono convinto che una diversa e maggiore collaborazione potrebbe portare ad ulteriori sinergie. Quindi abbattimenti di determinati costi. Ad esempio, in termini di sinergia penso ad un magazzino comune. Ogni teatro ha il proprio magazzino. Noi abbiamo condiviso le masse artistiche; quindi abbiamo un’orchestra unica alla quale facciamo riferimento, I pomeriggi musicali, e abbiamo un coro unico che è il Coro OperaLombardia ottenendo una grande sinergia ma potremmo fare dei passaggi ulteriori anche in ambito tecnico. Lei si immagini avere un unico magazzino, sia per quanto riguarda la gestione degli allestimenti ma anche per la gestione tecnica, potrebbe portare un beneficio anche economico. Però, ribadisco, sono assolutamente contento della collaborazione di Circuito.
In un territorio relativamente piccolo che contempla cinque teatri d’opera come Sociale di Como, Donizetti di Bergamo, Grande di Brescia, Ponchielli di Cremona e Fraschini di Pavia non ritiene che, cronologicamente, l’ultimo destinato ad ospitare il medesimo titolo d’opera possa risultare penalizzato in termini di affluenza di pubblico? È un tema che dibattete nelle riunioni di OperaLombardia o è un falso problema?
Secondo me non è un problema così incidente. Noi partiamo comunque dal presupposto di presentare le nostre opere al territorio sul quale insistiamo che è un territorio provinciale; ciascuno dei teatri nominati risiede in un capoluogo di provincia, quindi ha un’area territoriale di riferimento. È chiaro che il principio su cui si basa la realizzazione di questo Circuito è proprio quello di valorizzare questi teatri all’interno del loro territorio. Vero è che il teatro lirico è in grado anche di intercettare i flussi di un turismo culturale in quanto ci sono molti melomani che si spostano per andare a vedere le opere; è verissimo! Però il nostro compito principale è offrire qualità e conoscenza dell’ambito musicale, nella fattispecie quella lirica, al nostro territorio. Il fatto di dire, l’ultimo che ospita potrebbe avere un effetto negativo, è vero ma anche no. Se uno spettacolo, ad esempio, ha un effetto traino in termini qualitativi perché comincia a girare la voce positiva di quello spettacolo, ecco che l’ultimo teatro allora potrà essere avvantaggiato ospitando chi ancora non l’ha visto. Certamente potrebbe valere anche il contrario qualora uno spettacolo non venisse accolto con i favori del pubblico.
Obbiettivo di tutti i teatri è portare nuovo pubblico e rinnovare il pubblico, soprattutto dopo gli effetti devastanti della pandemia…
La pandemia, in termini di selezione del pubblico, ha avuto indubbiamente degli effetti. C’è da dire che la proposta lirica, poi non vorrei essere smentito dai fatti della prossima stagione (parlo sulla base dei risultati della stagione 23-24), è risultata piuttosto resiliente, cioè tra i generi di spettacolo è quello che è stato in grado di mantenere e recuperare in tempi molto più rapidi i livelli di partecipazione che aveva ante 2020. Questo è un dato. Frutto di un ricambio di pubblico? Non sono in grado di dirlo con certezza, probabilmente si, però rilevo che si sono mantenuti i numeri, se non addirittura parzialmente incrementati. Io ho registrato tassi incrementali come sottoscrizione di abbonamenti e di partecipazione. Sovente dipende anche dalla costruzione della stagione e dai titoli che sono presenti. E questo è un tema che noi, a livello di Circuito, ci poniamo: come riuscire a definire una stagione che possa essere equilibrata, auspicabilmente fra titoli di grande o grandissimo repertorio e titoli che possano essere di richiamo in termini di novità e scarsa rappresentatività. Del resto i titoli di grande repertorio non sono infiniti e mediamente abbiamo delle frequenze che li ripropongono ogni cinque anni. Che poi si accompagnano a titoli che sono molto meno rappresentati.
Nonostante l’attenzione scrupolosa agli equilibri economici ha mostrato sensibilità nell’accogliere il nuovo progetto, pensato da Malva Bogliotti, intitolato “Racconti d’Opera” e che vedrà esordire domenica 29 settembre un percorso di guide all’ascolto per la stagione lirica 2024-2025. Quali sono le peculiarità di questo progetto che l’hanno convinta ad inserirlo nel calendario del Fraschini?
Trovo sia importante contribuire, non solo al ricambio del pubblico o alla ricerca di nuovo pubblico, ma anche soddisfare quella che credo possa essere la curiosità di un pubblico che ha modo di approfondire determinati temi. La consapevolezza del pubblico, dal mio punto di vista, è altrettanto importante che la capacità di intercettare un nuovo pubblico, proprio per rispondere a quella domanda di equilibri nella programmazione stagionale di cui parlavo prima. Cosa accade? I titoli del grande repertorio spesso riescono ad accogliere un grande consenso e una partecipazione ampia mentre i titoli meno rappresentati non ottengono fino in fondo un effetto traino. Allora l’idea è che l’approfondimento, anche culturale, dell’offerta lirica possa tradursi in un giusto desiderio di scoprire opere meno rappresentate ma non per questo meno valide di quelle del grandissimo repertorio. Quindi è un miglioramento auspicabile dell’approccio da parte del pubblico alla partecipazione all’offerta. In secondo luogo, la proposta che ha presentato Malva Bogliotti mi ha convinto perché mi serviva uno spazio di approfondimento che non avevo a disposizione negli ultimi anni. E perché non rivolgersi a soggetti non necessariamente interni al teatro? In questo caso avevo potuto apprezzare una proposta simile effettuata lo scorso anno (dalla stessa Bogliotti ma non mirata esclusivamente alla lirica) avesse avuto un riscontro particolarmente positivo. Allora, partendo da quel precedente, confrontandoci con Malva abbiamo condiviso l’idea di avere lo sviluppo di un approfondimento più legato a quelli che sono i titoli proposti all’interno della stagione lirica del teatro Fraschini. Io non sono nuovo a collaborazioni con associazioni territoriali; è una cosa che avevo fatto anche in Trentino riscontrando buoni risultati.
Qual è il suo rapporto personale con l’opera lirica?
Il mio è un rapporto di fascinazione che si è evoluto in questa forma nella maturità, ancorché abbia sempre seguito con vero interesse alcune trasmissioni radiofoniche sul tema lirico, ricordo in particolare quella che si chiamava Foyer, su RAI Radio 3 che era collocata durante l’orario di pranzo e mi portava nei giorni di rientro scolastico una ventata di freschezza e di viva curiosità e interesse. Dopodichè me ne sono occupato in maniera professionale, sin da quando iniziai a lavorare nel mondo del teatro a Bolzano dove ero responsabile proprio della programmazione e produzione lirica. Ma devo dire che la passione è in crescita continua. Sono reduce dalla bellissima recita di Macbeth andata in scena ieri sera a Parma, la patria di Verdi; uno spettacolo a tratti davvero molto emozionante.
Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per la prossima stagione del Fraschini.
Grazie a voi.
Danilo Boaretto