Se il 2016 è stato salutato con sollievo da tutti per le molte – troppe – morti eccellenti nel campo musicale il nuovo anno non si apre certo in modo incoraggiante.
Certo, Georges Prêtre aveva un’età avanzata e da tempo si sapeva che le sue condizioni di salute erano precarie. Resta il fatto che con il maestro francese se ne va uno dei protagonisti dell’arte della musica del Novecento.
Il Teatro alla Scala, in cui il direttore ha lavorato spesso e sarebbe dovuto tornare a marzo, ha diramato un comunicato in cui si dice che:
"I familiari che erano con lui riportano che il Maestro è mancato con un grande sorriso: chi ha lavorato con lui ricorda in quel sorriso l’entusiasmo e l’energia che trasformavano le orchestre con cui lavorava".
È una consolazione relativa sapere che il grande artista se ne è andato con la leggerezza che lo contraddistingueva anche sul podio.
Purtroppo gli uomini passano, restano i miti e soprattutto sopravvivono nella memoria di chi ha avuto la fortuna di ascoltarli dal vivo e può perpetuarne il ricordo con le registrazioni.
Che la terra gli sia lieve.
Paolo Bullo