Diamo ancora una volta voce e visibilità a Gabriella Mafara, agente lirico che svolge il suo lavoro in maniera encomiabile animata da autentica passione, scontrandosi ogni giorno contro gli ostacoli di uno star system sempre più legato a mille fattori che poco o nulla hanno a che vedere con i reali meriti artistici.
Circa sei mesi fa parlammo ampiamente della tua agenzia “MAP Mafara Artist Promotion". Decidemmo di farlo perché, conoscendoti da parecchio tempo, eravamo riusciti ad apprezzare il tuo modus operandi fatto di competenza, passione e tanta voglia di aiutare i giovani ad affrontare il difficile mondo artistico. Ci raccontasti delle quotidiane difficoltà nel riuscire a farti largo tra le agenzie più grandi della tua ma anche delle enormi soddisfazioni che ti dava il riuscire a far lavorare un artista meritevole. Ora ti ricontattiamo perché abbiamo saputo che nelle ultime due settimane alcuni cantanti che fanno parte della tua agenzia, si sono fatti trovare pronti ed hanno contribuito a "salvare" ben tre spettacoli diversi. Ci racconti bene cosa è successo?
Il 21 gennaio 2017 si aprivano le stagioni dei due principali teatri d'opera siciliani, il Massimo di Palermo ed il Bellini di Catania, rispettivamente con il "Macbeth" di Verdi e la tanto attesa regia di Emma Dante e con "La Straniera" di Bellini, una rarità. Mi trovavo a Palermo per assistere alle due generali di "Macbeth", avendo impegnati due artisti Giuseppe Altomare, come secondo cast di Macbeth, e Federica Alfano, come Dama della Lady. A Catania Francesca Tiburzi era prevista come secondo cast di Alaide. Il caso ha voluto che i titolari del primo cast si ammalassero, di conseguenza Giuseppe Altomare e Francesca Tiburzi hanno cantato alla prima recita. Più lontano, a Essen, un altro mio "eroe" sempre il 21 gennaio salvava un'altra prima: il tenore portoghese Carlos Cardoso che con qualche giorno di anticipo era stato chiamato a sostituire un collega ammalato come Duca in "Rigoletto" di Verdi. Tre prime salvate da tre miei artisti nello stesso giorno mi è parso un bel record e così abbiamo voluto evidenziare la notizia sulla pagina Facebook dell'agenzia. In realtà niente di che, si tratta di ordinaria amministrazione. Nel periodo tra dicembre e gennaio bisogna stare sempre all'erta, in tanti si ammalano, ci sono di mezzo le feste, si prova, poi si stacca, si viaggia e con tanta gente in giro si diffondono anche i mali di stagione. Il caso ha voluto che i due primi cast a Palermo e Catania si ammalassero ma anche in quel caso, vorrei sfatare un mito: il secondo cast è previsto anche per quello. Giuseppe Altomare e Francesca Tiburzi non hanno fatto una sostituzione last minute, erano presenti in teatro sin dal primo giorno di prova. La stampa è interessata a segnalare solo alcuni protagonisti omettendo i nomi di tutti gli altri. Logico, manca lo spazio e la foto di un artista famoso spesso dice più di mille parole. Ma spesso, soprattutto quando le recite sono tutti i giorni, sono previsti due cast e questi a parità dei primi provano anche loro per intere settimane e quindi non sono degli eroi che salvano una recita ma seri e bravi professionisti che fanno il loro dovere. Inviterei voi critici, e non lo dico in tono polemico, a menzionare nei limiti del possibile anche i secondi cast ed i comprimari. Gli artisti si sentirebbero meno declassati. Sono anche loro una realtà senza la quale è impossibile allestire un'opera che non è fatta di soli protagonisti: ogni ruolo è un piccolo tassello del puzzle che contribuisce a creare la magia del teatro. L'opera non è un recital.
Quindi non solo giovanissimi...
Niente affatto! "Giovane" non è solo un dato anagrafico. Lo è chi sa mantenere a lungo la freschezza della gioventù. In agenzia abbiamo giovani e meno giovani. I primi vanno indirizzati nel percorso di lavoro, gli si segnalano i concorsi, le accademie di formazione, gli "operastudio" dei teatri, gli si fa una consulenza attenta sul repertorio, ecc... I meno giovani, già in carriera, spesso faticano a causa della concorrenza e si vedono scavalcati dalla novità del momento. È sempre stato così. Solo che oggi nella nostra società si è consolidata la brutta abitudine dell'usa e getta. Come nella moda si vuole sempre l'articolo all'ultimo grido e se un artista va, lo vogliono poi tutti i teatri, lasciando a casa bravi e seri professionisti che avrebbero ancora la loro da dire. Abbiamo diversi artisti over 30 e over 40, con una loro storia alle spalle, vocalmente sani e che potrebbero fare di più se glielo permettessero. La qualità non ha età.
Controllando le locandine dei maggiori teatri italiani, è facile notare che per un'ampissima percentuale, gli artisti elencati provengono tutti dalle due/tre più grandi agenzie. Significa che sono realmente i migliori artisti disponibili sul mercato oppure, che non vengono tenuti in debito conto anche artisti proposti da agenzie più piccole?
Vuoi mettermi in difficoltà con questa domanda... È difficile rispondere senza scadere nel polemico. A dire il vero non mi posso lamentare. Il lavoro non ci manca, e dico "ci" perché da settembre ho dovuto aumentare il numero delle persone che lavorano in agenzia, chiaro segno che le cose vanno bene. Siamo in quattro e ogni giorno è una lotta contro il tempo. Comunico molto con i miei giovani, ci divertiamo, ho pure formato un gruppo WhatsApp che si chiama "i fantastici 4", mi piace tanto ascoltarli, perché da loro ho tanto da apprendere. Secondo me il segreto per andare avanti è pensare il meno possibile alla concorrenza e alle grosse agenzie che fanno il mercato. È ovvio che questo sia dominato da chi si è accaparrato i cosiddetti "nomi", grazie ai quali riesce ad avere un peso maggiore e può dire la sua con maggiore forza. Ma, come dicevo prima, l'opera non la fanno solo i nomi, è un "gesamtkunstwerk" in cui ogni singolo elemento ha un suo peso specifico. C'è posto per tutti senza doversi fare la guerra. E non si tratta di raccattare le briciole, ma di essere seri professionisti e proporre artisti solidi e di qualità. È proprio per quello che in gennaio abbiamo salvato tre prime.
Riguardo alla seconda parte della tua domanda, ti chiedo di rimbalzo "Chi stabilisce chi è il migliore sul mercato"? Chi ha le competenze per farlo? Le direzioni artistiche, le case discografiche, gli agenti, la stampa? Credo fermamente che un po' di coraggio in più da parte delle direzioni artistiche, una minore invadenza da parte di certe agenzie, una più chiara differenziazione dei ruoli, puntando più sulla qualità e meno sullo star system, non farebbe male a nessuno.
Pochissimi giorni fa è stato messo in vendita il dvd della bella Aida andata in scena lo scorso ottobre al Teatro Coccia di Novara e che ha avuto splendida protagonista un'altra tua artista: Alexandra Zabala. Da quell'Aida moltissimi appassionati sono in attesa di risentire la Zabala in altri teatri italiani, magari in opere che possano mettere in risalto le sue caratteristiche da autentica belcantista. Come hanno reagito i direttori artistici italiani nei confronti di Alexandra? Stanno iniziando a proporre qualcosa di interessante? A nostro parere sarebbe un delitto non far lavorare un simile soprano.
Alexandra Zabala è straordinaria in tutti i sensi: artisticamente e umanamente. Per queste ragioni riesce ad emozionare il pubblico. Che cosa fare? Continuare a insistere. Tutti sanno delle sue doti ma in pochi vogliono osare, un grande plauso quindi a Matteo Beltrami che ha avuto il coraggio di puntare su di lei come protagonista di Aida.
Dopo questo splendido inizio di 2017 cosa ti aspetti per il futuro dei tuoi artisti?
Che non perdano l'enstusiasmo e che possano continuare a divertirsi, perché fanno uno dei lavori più belli al mondo.
Danilo Boaretto