Il 26 marzo di questo infausto 2020 il corona virus ha mietuto un'altra vittima nel mondo della lirica, portandosi via anche Luigi Roni, che aveva compiuto da poco 78 anni, essendo nato il 22 febbario 1942 a Vergemoli, minuscolo paese della Garfagnana in provincia di Lucca. Proprio nella città natale di Puccini il basso aveva compiuto i suoi studi musicali, avvicinandosi al fagotto al Conservatorio Boccherini, per poi intraprendere la strada del canto sotto la guida di Adriana Pizzorusso.
La sua carriera sui palcoscenici è iniziata nel 1965 con la vittoria al concorso di Spoleto e il conseguente debutto nel Faust di Gounod. Da lì è proseguito il suo lungo percorso artistico - si può definire davvero un'intera vita dedicata all'opera - in un numero di produzioni in Italia e all'estero che è impossibile anche solo riassumere, con la particolarità di un'alternanza inconsueta tra i ruoli da protagonista e quelli, per così dire, di immediato contorno.
La sua ultima prova sul palcoscenico risale allo scorso aprile, quando impersonò Simone nel Gianni Schicchi con la regia di Rolando Panerai e Valerio Galli sul podio.
Di lui resta un significativo lascito discografico, in audio e video, in studio e dal vivo.
Emblematica, nell'ambito della sua lunga collaborazione con la Scala dell'epoca di Abbado, la sua partecipazione alla storica produzione del Don Carlo del 1978 in cui interpretò il Frate e, nella serata in cui il cast venne rivoluzionato per la ripresa video, il Grande Inquisitore.
Alla famiglia e a tutti coloro che gli sono stati legati professionalmente e per amicizia vanno le sentite condoglianze da parte della redazione di OperaClick.
Fabrizio Moschini